In via Arzaga, nei pressi di via Primaticcio, sorgeva un tempo una delle più grosse cascine della zona di porta Vercellina: la cascina Arzaga.
Circondata da fertili campi coltivati, era un bell'esempio di costruzione agricola milanese del quattrocento.
La cascina era stata già teatro delle cronache milanesi per il vastissimo incendio che ne divorò una parte, nel settembre del 1929 (all'epoca si scrisse che i danni ammontassero a diverse centinaia di migliaia di lire).
Scriveva Raffaele Bagnoli nel 1965: "La fronte della costruzione è in cotto e chiusa alle ali da facciate di pietra ornate di decorazioni goticheggianti. Un ampio portale introduce nell’ampia corte occupata per tre lati da una loggia a grandi archi acuti dimezzati nella loro altezza in modo da consentire l’uso ad abitazione civile. Il lato aperto verso la campagna è occupato in parte dalle costruzioni dell’antica chiesetta ora abbandonata, ed in pietosissime condizioni, curiosa costruzione che riproduce in minori proporzioni la forma della vera chiesa di S. Carlo al Lazzaretto".
Era composta da due cortili, uno per le abitazioni dei salariati e la casa padronale, con tanto di chiesetta; l'altro per le stalle e le scuderie, e le rimesse per i carri agricoli.
Purtroppo questo importante monumento all'agricoltura venne barbaramente demolito durante il 1966.
La licenza edilizia di demolizione era arrivata dal Comune nel 1963, e quando nel 1966 la Sovraintendenza emise il vincolo di salvaguardia per interessi artistico-storici. A quel punto però la proprietà pensò bene di demolire egualmente l'edificio.
Sopravvisse per qualche mese solo il chiosco della cappelletta, che era abitato da un pastore. Anche questo venne raso al suolo durante una notte dei giorni a cavallo del ferragosto 1966. Del barbaro e vile atto se ne duole il Corriere il 19 agosto.
Negli ultimi anni era comunque già circondata da alti edifici, e vi dovette convivere (ormai semi-abbandonata) per qualche tempo, in una lenta agonia.
Ebbe al suo fianco, per pochi anni, anche la chiesa in legno costruita in fretta e furia per i nuovi abitanti del quartiere, mentre la nuova chiesa, quella in muratura (dedicata ai Santi Patroni d'Italia) venne inaugurata quando ormai la cascina era solo un ricordo.
Ecco la cascina in una ripresa aerea del 1960: la si nota con la classica forma ad U, tra la larghissima via san Gimignano (oggi alberata), e la via Primaticcio.
Della cascina Arzaga, oltre alle foto in bianco e nero qui pubblicate, rimane anche una sfuggevole traccia in alcuni fotogrammi a colori del film "Boccaccio 70", del 1962 (primo episodio "Renzo e Luciana"). Ecco la cascina, di sfondo, mentre i protagonisti vanno a sposarsi nella chiesa di legno (fuori campo) poi dedicata ai Santi Patroni.
maurocolombomilano@virgilio.it
marzo 2015
ultimo aggiornamento: maggio 2017
ultimo aggiornamento: maggio 2017
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