Terminata la seconda guerra mondiale e i suoi terribili bombardamenti, quando ancora la città lottava per il ritorno alla normalità, l'inaugurazione della ricostruita Scala l'11
maggio 1946 (con il concerto diretto
da Arturo Toscanini) segnò l'inizio di un periodo nuovo.
Era il segnale che bisognava guardare avanti, bisognava tornare a vivere.
Riprese così il campionato di calcio, ed anche lo sport automobilistico, che in Italia vantava grandi successi e appassionati, doveva ricominciare. Dal 1938 il Gran Premio automobilistico era sospeso, ora bisognava resuscitarlo in fretta!
La celebre pista di Monza (inaugurata nel lontano 1922, con il 2° gran premio Vetturette) era però del tutto inagibile: durante il conflitto era stata utilizzata come deposito per i documenti dell'ACI, e persino quale ricovero per gli animali "sfollati" dallo zoo cittadino.
Inoltre, poco dopo la Liberazione, l'autodromo fu scelto quale immenso deposito ad uso dell'Azienda Rilievo Alienazioni Residuati, che qui fece confluire migliaia di automezzi militari (o parti di essi) pronti ad essere venduti per la conversione ad uso civile.
Come se non bastasse, nel maggio del 1945 vi si tenne una imponente parata di carri americani e alleati, con conseguente sgretolamento del fondo del circuito.
Così, nel 1947, domenica 7 settembre, il GP si svolse a Milano, lungo un circuito che si snodava attorno alla Fiera campionaria.
Ecco in una mappa d'epoca il percorso, di circa 3.500 metri:
Viale Duilio, viale Boezio e viale Cassiodoro,
quindi la svolta in viale Senofonte. Poi viale Spinola, via Berengario e
viale Eginardo. Da qui via Colleoni e, infine, piazzale Damiano
Chiesa: una rotonda ideale per portare le auto indietro con un curvone,
di nuovo verso la Fiera.
Le cronache ci raccontano di ben 100.000 spettatori, e di 24 vetture al via, quasi tutte Alfa Romeo e Maserati.
L'Alfa, che giocava in casa, rispolverò il progetto del 1937, mettendo in pista la 158, un 1.500 di
cilindrata con compressore da 249 cavalli, detta "Alfetta".
Carlo Felice Trossi |
Quinto posto per il milanese Alberto Ascari (su Maserati), un nome che diventerà poi leggenda.
Ascari, Villoresi, Trossi e Varzi prima della partenza. |
mauro colombo
novembre 2015
maurocolombomilano@virgilio.it