Alla morte del grande Wolfgang Amadeus Mozart (avvenuta il 5 dicembre 1791), oltre alla moglie Constanze, gli succedettero i figli Karl Thomas e Franz Xaver.
Karl Thomas (1784-1858, detto anche Carl), dopo gli anni trascorsi a Praga (per gli studi ginnasiali) e a Livorno (dove si dedicò con scarsi risultati al commercio di pianoforti), sentendosi profondamente attratto dalla musica (alla quale tuttavia la madre non lo aveva destinato, avendogli preferito il fratello), approdò a 21 anni nella fervente Milano napoleonica (era il 1806).
Qui tentò di proporsi come musicista professionista, grazie agli insegnamenti di Bonifazio Asioli. Tuttavia si risolse nel 1810 ad abbandonare il tentativo di fare della musica una professione, orientandosi più prosaicamente su impieghi di traduzione e di ragioneria.
Venne così assunto, rientrati gli Austriaci nel Lombardo-Veneto, come impiegato nella Imperial Regia contabilità centrale dello Stato.
Andò a vivere in un discreto alloggio preso in locazione, scapolo (aveva
avuto una figlia da una relazione giovanile, ma la piccola era morta in età scolare) e con l'unica compagnia del servitore Giuseppe e del cane
Morello, nella contrada della Cavalchina, al n. 1419.
Oggi il rettifilo
ha preso il nome di via Manin, e il numero 1419 doveva essere dove ora sorge il moderno
edificio dell'Hotel Manin, così ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra (ci troviamo quasi di fronte a palazzo Dugnani, e di fianco a palazzo Meli Lupi di Soragna).
Una lettera indirizzata a Karl Mozart |
Con la sicura e sufficiente retribuzione che il Governo austriaco gli passava regolarmente, decise di coltivare la musica come semplice passione, in ricordo del padre da lui tanto ammirato e venerato. Peraltro, la madre, da Vienna, gli aveva spedito il fortepiano a coda del padre, e fu proprio suonando questo strumento nell'appartamento milanese che Karl passò forse le ore più intense della sua tranquilla vita (teneva spesso, nel suo salotto, piccoli concerti per gli amici).
Nel 1850 fu messo a riposo per raggiunti limiti d'età. Comprò subito una casa di campagna in provincia di Como, con l'idea di passarvi le estati, così opprimenti a Milano, lui sofferente di gotta.
Riuscì a godersi poco la vecchiaia e il suo acquisto: fu trovato morto nella sua dimora milanese, la mattina del 31 ottobre 1858.
Essendogli premorta la figlia, con lui si estinse la discendenza dei Mozart.
Nel testamento dispose che erede universale fosse "lo stabilimento musicale di Salisburgo detto Mozarteum" (fondato nel 1841, oggi Università, Fondazione e Orchestra, una delle più autorevoli realtà culturali austriache). Lì andarono così il pianoforte già del padre Mozart, altri strumenti musicali, i ritratti e i documenti di famiglia.
Lasciò al servitore la casa campestre. Dispose poi molti legati a vari amici milanesi e austriaci.
Fu sepolto nel cimitero della Mojazza, ma con la soppressione dei questo camposanto le sue spoglie andarono disperse durante il trasporto verso il Cimitero Monumentale (dove recentemente è stata almeno posta una lapide ad eterna memoria).
Mauro Colombo
giugno 2018
maurocolombomilano@virgilio.it