giovedì 5 aprile 2018

Quando Mediolanum aveva il Circo

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Tra gli edifici pubblici della Milano capitale dell'impero romano, il Circo rivestiva sicuramente un ruolo di primo piano, richiamo per l'intera popolazione e vetrina per lo stesso imperatore.
Destinato, come da tradizione romana, ad ospitare corse di carri e di cavalli (ma anche qualche spettacolo gladiatorio), il circo fu edificato nella parte occidentale di Mediolanum verso la fine del III secolo d.C.
Fu Massimiano Erculeo a volerne la costruzione, includendolo nell'ampliamento della cerchia muraria, nei pressi della residenza imperiale.
Era costituito da una pista stretta e molto allungata, circondata sui lati lunghi e su quello corto da gradinate per gli spettatori. L'altro lato corto era caratterizzato dall'oppidum, costituito dai carceres dove trovavano ricovero i carri e i cavalli, che da qui partivano per le gare.
Il circo milanese era lungo 470 metri, e largo 86.
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Era ubicato tra l'attuale Carrobio di porta ticinese e corso Magenta,  dove oggi corrono le vie Circo, Cappuccio e Luini, mentre i carceres si trovavano verso la via Ansperto.
Tracce e resti archeologici anche importanti della struttura sono stati rinvenuti nelle fondamenta di alcuni caseggiati posti lungo queste vie, nonchè presso la vicina via Vigna.
Sopravvive oggi una delle torri dei carceres, salvatasi in quanto verso il IX secolo venne trasformata (riciclata, potremmo dire) nel campanile della chiesa di san Maurizio al monastero maggiore (corso Magenta).
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L'esistenza del circo era ricordata anche da due antiche chiese (ormai sparite a causa della furia rivoluzionaria di Napoleone): santa Maria al cerchio, e santa Maddalena ad circulum (erano a cento metri di distanza di santa Marta, anch'essa sparita, della quale già parlammo per il monumento funebre al De Foix).

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Entrambe le chiese si affacciavano, una di fronte all'altra, dove oggi fa ombra il platano posto tra via Circo e via Cappuccio.
Santa Maria era a tre navate, e sopra l'altare faceva bella mostra di se un affresco che il Latuada descrive con un certo stupore, rappresentando Maria col Bambino, e una serie di figure vestite da militari, oltre ad una figura femminile velata, forse la Sibilla Tiburtina (una delle profetesse dell'antichità classica, passata poi nella tradizione cristiana, in quanto avrebbe predetto la nascita di Cristo). La chiesa era famosa per la cerimonia dell'invenzione della Croce. Annessa alla chiesa vi era un edificio claustrale di monache Umiliate.
circo romanao milano impero cappuccioSanta Maddalena era al servizio del monastero femminile (in parte oggi ancora esistente, al n. 7) denominato Domus Dominarum Muscarum (casa delle Signore Mosche). Domenicane, secondo un atto notarile del 1410, in realtà Umiliate, e vestivano di bianco con un grande cappuccio.
Sopra l'altare maggiore si trovava un dipinto di Maria Maddalena nell'atto di disperarsi ai piedi del Cristo, opera del cremonese Giovanbattista Trotti detto il Malosso.

Caduto l'impero romano, il circo (come del resto gli altri edifici imperiali) venne abbandonato, sopraffatto dagli anni bui nei quali l'intera Italia era caduta.
Ci racconta Bernardino Corio (citando Paolo Diacono) che il circo ebbe un ultimo momento di gloria nel 604 d.C., quando qui Adaloaldo, ancora bambino, fu proclamato re dei Longobardi.
L'edificio probabilmente crollò poco a poco, e se ne saccheggiarono i materiali onde sfruttarli per nuovi edifici, come accadde del resto per la non lontana arena.
Secondo il Ripamonti, il colpo di grazie venne dato dal Barbarossa, nel 1162, scrivendo a proposito "non publicis operibus ira pepercit (...) vidilicet (...) Hippodromus (...) (G. Ripamonti, Historia Ecclesiae Mediolanensis, liber I, pag. 106).
Secondo il Latuada però il circo, o almeno la parte della curva opposta alla carceres (via Circo) sopravvisse più a lungo, tanto da far qui edificare le chiese che presero l'appellativo "ad circulum".



Bibliografia

AA.VV. Immagini di Mediolanum, 2007
Mirabelli Roberti M., Milano Romana
Latuada S., Descrizione di Milano ornata con molti disegni in rame delle fabbriche più cospicue, che si trovano in questa metropoli, tomo IV da pag. 22 e ss., 1738

Mauro Colombo
aprile 2018
maurocolombomilano@virgilio.it