lunedì 8 settembre 2014

L'8 settembre 1943 a Milano: immagini di una occupazione





L'8 settembre 1943, dopo 3 anni e mezzo di guerra, con il "proclama Badoglio", viene reso pubblico l'armistizio di Cassibile, firmato il 3 settembre.
Ne seguì una grande confusione, dovuta alla scarsa chiarezza delle clausole di resa, interpretate come fine della guerra da parte dei soldati italiani, che iniziarono in massa a deporre le armi e a far ritorno, sbandati, alle proprie case.

via Mercanti, soldati italiani smobilitano


La ritorsione da parte degli alleati tedeschi fu quasi immediata: i nazisti iniziarono l'occupazione militare dell'Italia.
A Milano, il 10 settembre, si presentarono in forze i  granatieri della divisione corazzata  (panzer division) della Waffen-Ss “Leibstandarte Adolf Hitler”.
Scontri sporadici con i tedeschi si registrarono, da parte della popolazione, per tutta la giornata; presso la stazione centrale alcuni civili armati tentarono di impedirne l'occupazione: uccisi tre soldati tedeschi. 
Dal 12 settembre i tedeschi iniziarono la sistematica occupazione di Milano (e di Como e Varese), perquisendo i cittadini e fermando i militari, in violazione degli accordi stipulati con il generale Ruggero.
Nelle foto seguenti, l'arrivo dei carri armati tedeschi, e i picchetti da questi formati in vari punti della città. Appartengono tutti alla Leibstandarte Adolf Hitler (si noti l'insegna della chiave nello scudo).







 
Poco dopo, all'incirca verso il 13 settembre, in città entrò in funzione la struttura delle SS, guidata dal capitano Theodor Saevecke, direttamente dipendente dal colonnello Rauff, capo del supercomando interregionale della “polizia e servizio di sicurezza”, la cosiddetta Sipo-Sd, che comprendeva Piemonte, Liguria e Lombardia. Saeweche si macchierà, l'anno successivo al suo ingresso a Milano, di crimini di guerra tali da farlo, in epoca recente, condannare all'ergastolo.
La sede del comando interregionale e milanese fu installata in centro, a pochi passi da piazza Duomo, all’Hotel Regina, un edificio con due ingressi, in via Santa Margherita e in via Silvio Pellico. Oggi l’albergo non esiste più.
Nella foto, l'edificio protetto da palizzate.



Il giorno seguente, non senza difficoltà, proseguirono le operazioni di disarmo dei soldati italiani e dei civili in possesso di armi. Il comando tedesco informò circa disordini in un sobborgo cittadino, con 30 italiani uccisi.
Lo stesso Comando segnalò, il 14 settembre, che ammontavano a 14.000 nella città di Milano i prigionieri fin  a quel momento catturati; inoltre, furono tratti in arresto alcuni generali (tra i quali Ruggero, Bonelli. Scaroni, e Marchesi).
Lo stesso giorno si registrarono perdite di militari tedeschi per scontri con la popolazione armata.
Il mattinale del Comando del giorno 15 informa che Radio Milano risultava occupata, e che avrebbe proseguito le trasmissioni sotto il comando tedesco.


A dar man forte ai tedeschi, le forze della RSI, che qui vediamo schierate con alcuni carri italiani.



Da quel momento, e in via di peggioramento con l'arrivo dell'autunno, si presentò drammatica la situazione alimentare: le razioni assegnate a prezzi controllati - per ammissione degli stessi repubblichini - fornivano «meno di un terzo del fabbisogno minimo».
La fissazione del cambio lira-marco nel rapporto 1 a 10, incoraggiò l'accaparramento di beni di consumo da parte dei militari e dei cittadini tedeschi e concorre alla progressiva lievitazione dei prezzi della borsa nera, peraltro già inaccessibili alle classi più povere.
Tra settembre e ottobre si scatenò una massiccia ondata di licenziamenti
chi possedeva una tessera annonaria, in ottobre, furono  distribuiti un chilo di patate, 100 gr. di fagioli, 50 gr. di salumi, 80 gr. di carne suina, un decilitro di olio, 200 gr. di burro e 100 gr. di grassi di maiale. Riso e pasta si aggiravano attorno al chilo, di carne di manzo neanche parlarne, la verdura del tutto introvabile.




Per ovviare ai problemi di mancanza di cibo ma anche di mancanza di locali privati adatti a cuocerli (e del relativo combustibile) erano state allestite mense collettive, in vari punti della città.


A completare il quadro vi fu la mancanza di combustibile e di legna da ardere per affrontare i rigori dell'inverno: a fine anno l'indice relativo al capitolo riscaldamento e luce segnò un aumento di ben 84 punti. 
Milano iniziò così, al freddo e al buio, il lungo 1944.

mauro colombo
8 settembre 2014
maurocolombomilano@virgilio.it