sabato 7 maggio 2016

Il coperto dei Figini (quando rallegrava piazza Duomo)

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duomo scala figini Quando nel 1858 venne aperta piazza della Scala, demolendo i caseggiati che si trovavano fra il teatro e palazzo Marino,  si pensò di collegarla degnamente a piazza del Duomo, mediante una strada che sarebbe nata abbattendo l'isolato che separava i due monumenti oggi simbolo della città.
Dopo numerosi elaborati e concorsi caduti nel vuoto, finalizzati anche a dare un nuovo assetto a piazza Duomo, finalmente il Consiglio comunale approvò (era il 15 settembre 1863) il progetto del giovane Mengoni, che prevedeva la piazza rettangolare con i palazzi porticati e la galleria (o strada coperta), come tutti oggi sappiamo.
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Per permettere tale riqualificazione, tuttavia, Milano perse una piccola testimonianza dello spirito commerciale cittadino. Si dovette infatti abbattere una costruzione porticata del quattrocento, comunemente chiamata "Coperto - o Portico - dei Figini".
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Nel 1468 Pietro Figino aveva commissionato la costruzione di un edificio a pianta rettangolare,  costituito da una fila di locali fronteggiati da un portico sopra i quali vennero innalzati due piani decorati con eleganti finestre in cotto.
Pietro discendeva da nobile famiglia originaria di Figino (anticamente Fegium), che trasferitasi a Milano nel Trecento, esercitò il capitananto in Porta Nuova. La volontà di erigere l'edificio in piazza Duomo nacque in occasione delle nozze tra Galeazzo Maria Sforza e Bona di Savoia, come ricorda il bel volume  "Antiquario della diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini" edito nel 1828.

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Il progetto è attribuita a Guiniforte Solari, ingegnere della Fabbrica del Duomo, che si sarebbe ispirato al vicino Coperto delle Bollette. Con la conclusione del portico verso il Duomo intorno al 1480 la piazza iniziò a prendere quella forma regolare che ci viene descritta, con qualche licenza, da Cristoforo de Predis nella sua famosa miniatura del 1476.
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Sotto i portici (o Coperto) si aprivano numerossisime botteghe. Da una Guida di Milano del 1841 (edita dal Bernardoni), apprendiamo che qui vendevano i loro prodotti numerosi chincaglieri, cioè artigiani di chincaglierie per la casa e per la persona, e precisamente Cesare Radice, Michelangelo Fasola, Antonio Bardelli, Giovanni Manini, Pietro Barone; avevano bottega inoltre la modista Adelaide Ribulla, tal Ambrogio Binda, specializzato in passamanerie e bottoni in stoffa, poi Isidoro Curioni, telerie e tovaglie, Giovanni Ballerio, dentista e chirurgo; si trovava poi la caffetteria di Gaetano Mazza, e infine Luigi Zuccoli, venditore di dipinti antichi, stampe, ed oggetti d'arte.

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milano duomo coperto figiniDopo quattro secoli durante i quali le varie botteghe si alternarono allietando la vita commerciale della zona, il Coperto venne demolito nel 1864, un anno prima che Vittorio Emanuele posasse la prima pietra della Galleria (7 marzo 1865).
Nei due/tre anni precedenti, il Comune aveva provveduto, mano a mano, a deliberare l'acquisto delle varie botteghe in mano ai privati, in modo da diventarne proprietario e poter procedere agli abbattimenti
Ricordiamo che anche il famoso Gaspare Campari aveva qui il suo localino, prima di trasferirsi - fu il primo negoziante! - in Galleria, appena questa fu inaugurata nel 1867.
I lavori per la nuova piazza non potevano fermarsi neppure davanti alla storica presenza!
Nel decennio successivo continuarono i lavori per la costruzione dei palazzi porticati (portici meridionali e settentrionali), che portarono ad un'altra demolizione, quella del quartiere (o isolato) del Rebecchino
A lavori conclusi nel 1896 venne posizionato il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, di Ercole Rosa.
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Bibliografia
Gioeni, L. L’Affaire Mengoni. Piazza Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele. I concorsi, la realizzazione, i restauri, 1995

Giulini, G. La Piazza del Duomo di Milano, 1927




Mauro Colombo

maggio 2016

maurocolombomilano@virgilio.it