venerdì 19 gennaio 2018

Via Binda: dalla Musical Film al cinema Europa


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Quando Edoardo Sonzogno decise di ritirarsi a vita privata, dispose nel 1913 che il suo impero fosse diviso in due parti: l'attività tipografico-libraria andò al nipote Riccardo, mentre la casa editrice musicale andò al nipote Lorenzo (detto Renzo).
Questi, interessato ad espandere l'attività sfruttando la novità del momento, e cioè il cinematografo (presentato a Milano nel 1896), fondò una manifattura di produzione cinematografica. 
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Un tipico teatro di posa, primi anni del '900
Ingaggiando una manciata di professionisti impiegati nei teatri milanesi (attrezzisti, elettricisti, trovarobe, scenografi), essendo abbastanza usuale lo scambio tra lavoratori del cinema e del teatro, costituì il 16 febbraio 1914 la Musical Film, con sede legale in via santa Margherita. Solo quell'anno, in città, erano state fondate altre quattro case cinematografiche!
Per iniziare le riprese del primo film, "La reginetta delle rose" (trasposizione del lavoro teatrale di Giovacchino Forzano) venne costruito un apposito teatro di posa, in via Binda 4, alla Barona (vicino al naviglio Grande e alla chiesa di san Cristoforo).
La Musical Film risultò essere poco più di una cometa nel settore del cinema pionieristico: una decina di film realizzati, e cessazione dell'attività già nel 1917. I suoi film erano legati al già superato concetto del "teatro filmato", con un linguaggio troppo letterario per poter essere apprezzato da un vasto pubblico. E il periodo bellico di certo non aiutò.
musical film milano via binda sonzogno d'annunzioL'ultimo film, un insuccesso di critica e pubblico tanto quanto i precedenti, fu "La crociata degli innocenti" (basato sull'omonima opera di D'Annunzio, che ne firmò anche la sceneggiatura).
Il teatro di posa e i magazzini furono così smantellati. Tuttavia l'edificio teatrale fu riconvertito senza mutare troppo la sua vocazione: divenne un cinema e presto fu conosciuto con il nome di Universale. Una semplice ma affollata sala di terza visione.
Durante la seconda guerra muterà il nome in Cinema Europa, ritagliandosi il proprio spazio per tutti gli anni cinquanta e sessanta.
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via Binda, al centro, il basso edificio del cinema Europa
Nel 1976 chiuse infine i battenti, trasformandosi in discoteca.
L'edificio è stato recentemente demolito (2008), e al suo posto è stato innalzato un moderno palazzo residenziale.
Un altro pezzo della storia di Milano sparito per sempre.
 
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Bibliografia
De Berti R., Un secolo di cinema a Milano, 1996


Mauro Colombo
gennaio 2018
maurocolombomilano@virgilio.it








lunedì 8 gennaio 2018

Il binario di servizio tra naviglio Grande e Pavese

naviglio ponte levatoio richard ginori cartiera binda binari

L'apertura della linea ferroviaria Milano-Mortara, avvenuta nel 1870, favorì la nascita di numerose realtà industriali lungo il suo percorso cittadino, parallelo a quello del naviglio Grande, che già era risultato un eccezionale volano per le industrie.
naviglio ponte levatoio richard ginori cartiera binda binariCosì, la Richard Ginori, che era sorta sulle rive del canale per sfruttarne i trasporti via acqua, non volle perdere l'occasione di collegarsi anche alla ferrovia.
Risultando però separata dalla strada ferrata proprio dal Naviglio, fu necessario costruire un ponte con meccanismo levatoio, sul quale i vagoni merci potessero transitare all'occorrenza ed entrare nei cortili della fabbrica. Senza ostacolare, naturalmente, la navigazione.
Il ponte in ferro (non più in uso, e recentemente ridipinto di un verde chiaro) fu posizionato nel 1908. Abbassandolo a livello del piano stradale, i carri merci potevano uscire dalla linea Milano-Mortara, scavalcare il naviglio, ed entrare alla Richard Ginori.
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Dopo alcuni anni, altre fabbriche sorte in zona Barona vollero essere servite dalla ferrovia, e così il binario di servizio venne allungato. Giunse così a lambire e a servire il vasto deposito di idrocarburi della società Victoria (oggi un terreno abbandonato accanto a via Santander, dove ancora si nota il tracciato ferroviario).
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Quando anche la Cartiera Binda, alla conca fallata, sul naviglio Pavese (via Chiesa Rossa) volle sfruttare la ferrovia (e non più solo il naviglio pavese), fece allungare notevolmente il percorso del binario fino ai propri opifici.
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Venne così a crearsi un binario di servizio che di fatto univa i due Navigli, correndo lungo la via Watt (in fondo alla quale intersecava il tram 12 proveniente da via Pestalozzi), poi la via Tosi, e parallelamente al corso dello scolmatore dell'Olona si spingeva in campagna, fino ad intersecare la antichissima via Moncucco. Il binario passava accanto alla cascina Monterobbio (ancora esistente) e giungeva infine alla cartiera.
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via WATT
Eccezion fatta per le via Watt e Tosi, il restante territorio attraversato dal vecchio binario ha subito negli ultimi cinquant'anni forti sconvolgimenti, con l'apertura di viale Famagosta e del raccordo autostradale A7
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Solo rare fotografie,  mappe cittadine e una interessante foto aerea possono oggi testimoniare questo spaccato della Milano industriale, che sparì progressivamente nei primi anni sessanta. 
Il ponte levatoio a servizio della Richar Ginori rimase invece in uso per tutti gli anni settanta.
Si può ancora indovinare, qua e là, il tracciato del lungo binario, sicuramente ritengo sia una inconfondibile traccia quella tra lo scolmatore Olona e il terreno abbandonato della società Victoria, almeno fino a quando anche quel tratto di terreno non verrà riqualificato.


mauro colombo
gennaio 2018
maurocolombomilano@virgilio.it