giovedì 31 marzo 2016

I Comuni che divennero Quartieri nel 1923


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Nel 1873 Milano, il cui territorio fino ad allora terminava entro la cinta dei Bastioni spagnoli, annesse il vasto Comune dei Corpi Santi, che circondava la città e che era prevalentemente costituito da quartieri popolari e fabbriche, alcune anche di notevoli dimensioni.
Fu una scelta politica alquanto complicata e sofferta, qui un articolo dedicato.
Un secondo, importante, aumento del territorio comunale si verificò nel primo dopoguerra, in forza del Regio Decreto numero 1912, del 2 settembre 1923 "Aggregazione al comune di Milano di undici comuni contermini".
L'articolo 1 del Decreto stabilì infatti che: "I comuni di Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino sono riuniti nell’unico comune di Milano".

milano mappa 1923 annessione comuni

san protaso al lorenteggioNello stesso anno (RD n. 2943 del 1923) contribuirono, meno significativamente, ad ingrandire il Comune di Milano anche i territori di Ronchetto sul naviglio e Lorenteggio, che vennero contestualmente distaccati da Buccinasco e Corsico.
Qualche anno prima, nel 1918, per complesse ragioni amministrative, anche il piccolo comune di Turro era entrato a far parte di Milano.

La Relazione al Re al Regio Decreto di aggregazione motivava così tale decisione:

L’attuale circoscrizione del comune di Milano, comprendente un territorio di appena 7600 ettari con una popolazione agglomerata di oltre 700.000 abitanti secondo i risultati del recente censimento, è causa di grave disagio per l’espansione di quel grande centro demografico, specie in rapporto al continuo e rigoglioso sviluppo dei suoi potenti stabilimenti industriali. 
Ai margini della città, traendo vantaggio dalle favorevoli condizioni di vita offerte dalle sue fiorenti officine, si sono gradualmente sviluppate le comunità contermini di Baggio, Affori, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno, Vigentino, mentre, col progressivo ampliamento edilizio, il comune di Milano si è congiunto ai loro abitati, con taluno dei quali ha anche in comune delle vie, ed ha dovuto stabilire nel loro territorio alcuni dei suoi più importanti stabilimenti e servizi pubblici, come il polisportivo ed i nuovi impianti ferroviari in Lambrate, il grande collettore della fognatura in Vigentino, l’ippodromo in Trenno, il cimitero in Musocco, l’Ospedale dei contagiosi in Affori, l’aerodromo in Baggio, ecc.
Gl’inconvenienti derivanti da tale situazione per i frequenti contrasti nelle inevitabili interferenze fra le diverse amministrazioni civiche, la necessità di dare alla città di Milano un più ampio respiro per la organizzazione dei pubblici servizi in modo adeguato alle esigenze della sua crescente popolazione, l’interesse, per i Comuni contermini, di trarre più diretto vantaggio dalle agevolezze che offre la città con la più completa evoluzione degli istituti di ogni genere nei quali si esplica l’azione sociale della pubblica amministrazione, hanno in passato indotto le rappresentanze di taluni dei suindicati Comuni a chiederne l’aggregazione a quello di Milano in conformità a quanto si era già fatto per qualche altro piccolo Comune (recentemente Turro).


Vediamo di seguito il numero di abitanti ed alcune immagini dei Comuni annessi.

AFFORI
Posto a settentrione di Milano, all'epoca dell'annessione aveva 20.000 abitanti. Famosa la Villa Litta.



BAGGIO
baggioAd occidente di Milano, contava nel 1921 poco più di 6.100 abitanti. In via delle Forze Armate era situato il campo di volo dove Umberto Nobile decollò con il dirigibile Italia verso il polo nord.
baggio


CHIARAVALLE M.se
A sud della città, si caratterizza da sempre per la presenza della celebre abbazia cistercense. Era un comune tipicamente agricolo, all'epoca dell'annessione contava poco meno di 5.800 abitanti. Nel 1932 venne scorporato, ormai da Milano, quello che un tempo era il territorio di Poasco e i terreni oltre la ferrovia, che passarono al comune di San Donato.
chiaravalle


CRESCENZAGO A nord est, si è sempre giovato del passaggio del naviglio Martesana. Fu annesso quando ormai contava poco più di 7000 abitanti. Il passaggio del naviglio aveva favorito la costruzione di molte ville nobiliari, ancora oggi apprezzabili, quali la Pino, Perovic, Lecchi, De Ponti.

crescenzago

crescenzago via milano


gorla precottoGORLA-PRECOTTO Comuni storicamente distinti, si erano uniti tra loro nel 1920: l'artificioso municipio così nato contava 6.000 abitanti quando venne soppresso per essere definitivamente annesso a Milano. Tristemente famoso, ormai come quartiere, per il tragico bombardamento sulla scuola nel 1944.


GRECO M.se Il popoloso comune aveva già nel 1902 siglato una convenzione con Milano per cedere a quest'ultimo una parte del proprio territorio. Nel 1923, al momento dell'annessione definitiva, contava più di 20.000 abitanti.
greco

greco


LAMBRATE Situato ad oriente di Milano, nell'anno dell'annessione contava poco più di 8.000 abitanti.
lambrate


MUSOCCO Sito a nord ovest della città, con l'avanzamento della rivoluzione industriale Musocco, per la sua posizione strategica e la facilità di collegamento con il resto della regione, diventa il luogo ideale per la dislocazione di insediamenti industriali.
Fu prescelto da Milano per costruire il nuovo cimitero maggiore, cosa che creò non pochi intoppi burocratici (proprio per non essere il territorio del cimitero nel comune di Milano).
Quando fu annesso a Milano, Musocco portò in dote alla città 15.000 abitanti, compresi gli ex-residenti del comune di Garegnano (dove si trova la Certosa) con il quale si era fuso nel 1869.

musocco stazione


NIGUARDA A nord della città, il piccolo comune famoso per la villa Clerici (e successivamente per l'ospedale) contava quasi 8.000 residenti quando fu annesso a Milano.
niguarda


TRENNO A ovest di Milano, contava nel 1923 circa 7000 anime.

VIGENTINO Posizionato a sud, su importante via di comunicazione (la via Ripamonti), fu annesso quando aveva poco più di 8.000 abitanti.
vigentino municipio

vigentino tram 24 rondò


L'operazione di accorpamento riguardò pertanto 110.000 persone, che, divenendo cittadini milanesi, portarono il Comune di Milano ad avere un totale di 810.000 abitanti.

Bibliografia
Molinari-Visconti: "L’ampliamento del Comune di Milano. Notizie storiche, demografiche ed economiche sull’aggregazione degli undici Comuni finitimi", 1924.

Mauro Colombo
marzo 2016
ultimo aggiornamento: gennaio 2020
maurocolombomilano@virgilio.it





venerdì 18 marzo 2016

L'ospedale militare di sant'Ambrogio

ospedale sant'ambrogio

Tra i tanti primati di Milano, vi è anche quello d'essere stata la prima città italiana ad avere un ospedale militare. Merito fu, ad onor del vero, dei Francesi, al tempo della repubblica Cisalpina
Nei due chiostri dei monaci cistercensi, accanto alla basilica di sant'Ambrogio, tra il 1798 e il 1799 entrò in funzione il ricovero per i soldati feriti e ammalati, sia francesi che italiani.
Giuseppe Ferrario, dottore di medicina e chirurgia ai tempi della dominazione francese, scrive dell’Ospedale di Sant’Ambrogio: "Questo magnifico Convento-Spedale formato da due spaziosi cortili quadrati, guerniti da portici con colonne di vivo sasso, di bellissima architettura, è capace quasi di un migliaio di letti, oltre i locali per servizio sanitario, ma in caso di bisogno, servendosi dei corridoj, potrebbe ricoverare oltre 1000 malati".
ospedale sant'ambrogio Fradelle chiostroDal punto di vista amministrativo, inizialmente esso fu affidato all'ospedale Maggiore, la Granda, ma già dal 1803 fu istituita l’amministrazione autonoma dell’Ospedale Militare di Sant’Ambrogio. 
Nel 1807 il viceré d’Italia Eugenio di Beauharnais vi istituì una Scuola di Anatomia e due cliniche “a vantaggio dei giovani medici militari”: una medica affidata al Rasari e una chirurgica affidata al protochirurgo Assalini. Ebbe così origine la prima Scuola di Sanità Militare, successivamente unificata a quella di Firenze che, nel 1853, per la grave carenza di medici laureati in Milano fu equiparata a primo nucleo di Facoltà Universitaria di Medicina e Chirurgia.

ospedale sant'ambrogio

ospedale sant'ambrogio
L’Ospedale Militare di Sant’Ambrogio accompagnò la vita della città durante i momenti più cupi, per dare conforto ai feriti delle Cinque giornate di Milano del 1848, a quelli di Magenta del 1859, a quelli di San Martino e Solferino, a quelli della Guerra Coloniale ed infine, ai moltissimi soldati che dalle trincee qui giungevano durante la Prima Guerra mondiale.

ospedale sant'ambrogio prima guerra WWI
Durante la Grande guerra, proprio per accogliere più facilmente i soldati che arrivavano in città con i treni ospedale, fu creato un servizio di tram-ambulanze, i quali si dirigevano ai numerosi ospedali militari allestiti per l'occasione. 
ospedale sant'ambrogio tram ambulanza prima guerra WWI
 
Anche per il nostro ospedale fu creato così un apposito binario di raccordo (di circa 300 metri) che si dipartiva dalla linea tranviaria che percorreva lo stradone di sant'Ambrogio, e permetteva ai tram-ambulanza di raggiungere direttamente il nosocomio.
Questa bella foto mostra proprio alcuni lavori per creare uno scambio che permettesse ai tram, scaricati i feriti, di immettersi in via Carducci  e far ritorno alla stazione centrale.

ospedale sant'ambrogio via carducci tram
In questo ospedale, nel 1917, fu ricoverato anche Ernest Hemingway.
ospedale sant'ambrogio hemingway
Terminato il primo conflitto militare, le nuove esigenze sanitarie spinsero all'abbandono della vecchia struttura, che divenne, come sappiamo, la nuova sede dell'Università Cattolica, a partire dal 1932.
L'ospedale militare milanese si trasferì infatti nel nuovissimo, moderno complesso realizzato a Baggio, in via Saint Bon.
L'inaugurazione del moderno nosocomio, ancora oggi attivo, avvenne nel 1931.
ospedale sant'ambrogio baggio ospedale saint bon
saint bon ospedale militare sant'ambrogio

Bibliografia
Valentino S.  "L'ospedale militare di Milano"

Mauro Colombo
marzo 2016
maurocolombomilano@virgilio.it




giovedì 10 marzo 2016

Villa Simonetta


villa simonetta

La celebre villa Simonetta (oggi in via Stilicone) trova origine in una semplice dimora di campagna costruita nell'ultimo decennio del Quattrocento da tal Gualtiero Bascapè, giudice dei Dazi e poi consigliere di Ludovico il Moro.
Il funzionario aveva acquistato un fondo agricolo poco fuori città dall'Ospedale Maggiore, e su questo aveva fatto realizzare, per se e famiglia, un casino da caccia ribattezzato La Gualtiera, a pianta rettangolare, dove sappiamo passò in tranquillità gli ultimi anni della sua vita (morì nel 1508).
villa simonetta gonzagaSuccessivamente l'edificio passò alla famiglia Cicogna, che salvo alcuni lavori, non mostrò grande interesse, tanto da rivenderlo ben presto a Fernando (Ferrante) Gonzaga, quarto Governatore dello Stato di Milano, ormai entrato a far parte dei vasti domini spagnoli.
Il Governatore, nel 1547,  decise di trasformare la struttura agreste in una sontuosa villa di campagna, dove sfarzo e lusso potessero mostrare agli ospiti quanto fosse potente il padrone di casa. Per tale ragione, incaricò dell'ammodernamento l'architetto Domenico Giunti, che già per il Governatore e per lo Stato aveva lavorato ai progetti di bastionatura cittadina. Divenne così "La Gonzaga".
Solamente il porticato a cinque arcate del lato est venne conservato intatto, per il resto il rifacimento fu massiccio. Furono aggiunti due corpi di fabbrica laterali verso il giardino, ottenendo una struttura ad U. Sulla facciata principale, l'architetto applicò un portico formato da 9 archi, retto da pilastri e semicolonne addossate, sovrastato da due ordini di logge con balaustre ornate.
villa simonetta
villa simonettaInternamente ed esternamente la villa fu decorata da cicli di affreschi che illustravano le imprese dei Gonzaga, celebrati da Paolo Giovio.
Richiamato presto in Spagna, Ferrante Gonzaga vendette la villa (nel 1555) alla famiglia Simonetta, dalla quale iniziò  a prendere il nome. Qui si narrava che la moglie del padrone di casa ricevesse numerosi amanti per poi ucciderli, e i fantasmi dei giovanotti avrebbero infestato per decenni la dimora.

villa simonetta dal re

villa simonetta

villa simonettaLa bella struttura passò poi di mano più volte, divenne anche luogo prescelto per festini e bagordi di una nota banda di giovinastri (quelli della Teppa). La fine ingloriosa arrivò quando alle sue spalle venne realizzata la ferrovia, che ne deturpò il giardino e che soprattutto ne minò la tranquillità.

E pensare che fino ad allora era celebre anche per una prodigiosa eco che poteva ascoltarsi sotto il portico. A ricordo di  questo curioso effetto v'è una scritta dipinta sul muro esterno, sotto il colonnato del pianterreno. Si narrava dunque che un'eco incredibile fosse capace di ripetere fino a trenta volte la parola "amore". Lo stesso Stendhal, giunto in villa durante il suo soggiorno a Milano nel 1816, testimoniò di aver sentito risuonare cinquanta volte un colpo partito dalla propria pistola.
villa simonetta eco
Dopo lo sfregio del treno in giardino a poche decine di metri dalle finestre, la nobile dimora fu declassata a ospedale per colerosi, poi fabbrica, magazzino, osteria.


villa simonetta

villa simonetta

Durante la seconda guerra mondiale fu più volte centrata dalle bombe sganciate dagli aerei che avevano come obiettivo il vicinissimo scalo ferroviario: le conseguenze furono pesanti, tanto che al termine del conflitto  la villa appariva quasi un rudere scoperchiato.

villa simonetta bombardamenti WWII

villa simonetta

Negli anni cinquanta, ormai abbandonata e devastata, fu rilevata dal Comune, che lentamente la riportò (quasi) ai fasti di un tempo. Oggi è sede della scuola musicale Claudio Abbado.

villa simonetta

BIBLIOGRAFIA 

Azzi Visentini M. - Cassanelli R. - Langè S. - Malovini C.: "Ville di delizia nella provincia di Milano", 2003
Castellano A.: "La Lombardia Spagnola, La villa milanese nella prima metà del Cinquecento. Un prototipo inedito: la Gualtiera Simonetta", 1984
Soldini N.: "Nec spe nec metu. La Gonzaga: architettura e corte nella Milano di Carlo V", 2007


mauro colombo
marzo 2016
maurocolombomilano@virgilio.it