Tra i nomi immortali del pionierismo areonautico (tra i quali
Paolo Andreani e
Rosina Ferrario) , un posto di rispetto lo occupa
Leon Delagrange.
All'anagrafe
Ferdinand Marie Léon,
nacque a
Orleans il
13 marzo 1872, secondo figlio di un industriale laniero, in un ambiente economicamente agiato che gli permise di compiere studi regolari e di seguire le proprie passioni, quali lo sport, la meccanica e le
automobili. Ma ben presto anche le macchine volanti.
Tant'è che nel 1907 (dopo aver volato con aerei per così dire "casalinghi") acquistò presso i fratelli Voisin il suo primo velivolo.
Dal 1908 iniziò a collezionare record di volo, sia per le distanze percorse, sia per le altezze raggiunte o i tempi di percorrenza.
Nel marzo 1908 la
Società
Aeronautica Italiana (con sede a Roma) inviò una propria
delegazione in Francia con l’incarico di organizzare la venuta in
Italia, per dimostrazioni di volo a Roma, Milano e Torino, di uno dei piloti
che in quel periodo si erano più distinti a Parigi.
Così, il Delagrange fu ingaggiato per l’intera
tournée promettendogli un guadagno di 50.000 franchi (una cifra che oggi corrisponderebbe a ben oltre i 100.000 euro), al netto delle
spese.
La prima tappa delle sue esibizioni fu Roma, dovre arrivò dopo aver fatto un po' il turista a Milano, promettendo che sarebbe tornato presto nella nostra città.
Infatti, un po' deluso dalla scarsa riuscita delle sue giornate romane, il 4 giugno 1908 si presentò a Milano, preceduto da una grande pubblicità per quello che sarebbe stato un evento eccezionale.
La città venne tappezzata da manifesti pubblicitari, che invitavano gli spettatori ad assistere, presso la
Piazza d'Armi (poi sede della
Fiera, oggi
CityLife), alle mirabolanti evoluzioni aeree del pilota francese.
L'area prescelta era stata utilizzata, due anni prima, quale secondo polo espositivo per l'Esposizione Internazionale del 1906. E sappiamo che le due aree espositive (l'altra era quella dietro al Castello) erano state unite con la famosa ferrovia sopraelevata.
Il terreno era dunque vasto e ormai libero da costruzioni, un ottimo campo di volo dove i milansesi avrebbero potuto, in massa, accorrere a godere di quell'avveneristico spettacolo. Per l'occasione fu allestito un hangar e una comoda tribuna coperta per gli spettatori di riguardo.
Dopo alcune giornate sprecate causa maltempo, e un paio di deludenti tentativi davanti ad un pubblico ristretto di invitati, finalmente il 18 giugno, in serata, ci fu la prima esibizione pubblica
davanti a circa 25.000 spettatori.
Il Delagrange compì diversi voli di breve durata, fino a quando, rientrato nell'hangar, il pubblico, esaltato, invase il campo per festeggiare, impedendo di fatto ogni ulteriore tentativo di volo.
Il 22 giugno vi fu un ulteriore spettacolo di volo, durante il quale il francese percorse ben 17 chilometri in circa 16 minuti.
Tentò poi nei giorni seguenti un volo ininterrotto di un quarto d'ora, ma senza risultati.
Infine, lasciò Milano per spostare lo spettacolo a Torino.
Lagrange si disse soddisfatto delle giornate milanesi, e i cittadini, nel complesso, serbarono un bel ricordo di quel giugno votato all'innovazione tecnologica e alle speranze per un nuovo mezzo di trasporto.
Cosa resta oggi di quel momento euforico? Una lapide, posta nel 1935 sulla facciata del palazzo dello Sport (costruito nel 1923 dal Vietti Violi, verso piazza VI febbraio), in occasione del Primo salone aeronautico di Milano.
Sotto ad un bassorilievo di un'
aquila, la scritta recita:
“Da qui un uomo volò quando volare era un sogno. Il sogno
concretato non sia oggi meta, ma sempre stimoli a più alte conquiste. Leone Delagrange 1908. Primo salone internazionale aeronautico. Anno XIII E.F."
Mauro Colombo
ottobre 2019
maurocolombomilano@virgilio.it