mercoledì 10 aprile 2019

Le Croci stazionali della peste di san Carlo

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In occasione della peste del 1576, il cardinale Carlo Borromeo, per la cura delle anime, organizzò all'aperto (piazze, crocicchi, sagrati) continue messe e preghiere collettive, in modo che non mancassero i Sacramenti al popolo (che non frequentava quasi più le chiese, sia perchè temeva i contagi uscendo dalle abitazioni, dove peraltro era spesso recluso in quarantena per disposizione dell'autorità sanitaria, sia perchè le chiese stesse si trovavano in stato di abbandono).
A tal fine, il Borromeo ordinò che venissero erette nei vari incroci cittadini, nei cosiddetti carrobi, all'incirca venti basamenti in pietra sormontati da una croce. Così, gli abitanti di ogni quartiere partecipavano quotidianamente alle messa direttamente affacciandosi alle finestre di casa.
Affidò poi tali croci stazionali ad una apposita Confraternita, la Compagnia della Croce.
La prima croce stazionale, quella del Cordusio, fu consacrata dal cardinale stesso nel maggio del 1577.
A queste croci, verso il 1600, il cardinale Federico Borromeo aggiunse un "mistero", cioè un episodio della passione di Cristo, nonchè l'effige di un santo protettore, in special modo un santo che avesse rivestito la carica di arcivescovo di Milano nei tempi passati. Egli creò inoltre  una nuova schiera di croci stazionali.
Queste croci, aumentate così di numero, rivestirono un grande ruolo spirituale durante la peste del 1630, proprio come era accaduto durante la precedente epidemia.
Nell'ambito della tanto criticata riforma ecclesiastica milanese, nel 1786 Giuseppe II dispose che queste croci o colonne stazionali venissero abbattute, così come, del resto, moltissime chiese (abbattute, sconsacrate, ridotte a magazzini).
Le croci che all'epoca risultavano essere (per l'opera congiunta dei due Borromeo) 35, caddero quasi tutte, salvo pochissime che arrivarono fino ai giorni nostri.


Porta Orientale
- san Dionigi: sul corso Venezia, all'altezza del Planetario. Era ausiliaria all'omonima chiesa, aveva come mistero il Cristo che chiede permesso alla Madre per partire; fu citata anche dal Manzoni nei Promessi Sposi "dov'è tutt'ora quella viuzza chiamata di Borghetto".
Il Latuada (vol. I pag. 210, Descrizione di Milano, ecc) ricorda questa incisione alla sua base: «SCIANT CUNCTI QUOD EX PARTE REVERENDISSIMI PATRIS DOMINI ROBERTI DEI GRATIA ARCHIEPISCOPI MEDIOLANENSIS OMNIBUS ET SINGULIS VERE PENITENTIBUS E CONFESSIS, QUI CRUCEM HANC DEVOTE VISITAVERINT, ET EIDEM DEBITAM REVERENTIAM EXHIBUERINT, XL. DIES DE INIUNCTIS PENITENTIIS MISERICORDITER IN DOMINO RELAXANTUR.
ANNO DOMINI MCCCLXI. DIE DOMINICO MENSIS MADII IACOBINUS DE CUBO HABUIT HANC GRATIAM».
- san Mona: tra la corsia dei Servi (Vittorio Emanuele) e il corso di porta Tosa (via Durini), nella zona dell'attuale piazza san Babila (di fronte allo scomparso vicolo di san Giovanni in Era). Venne associata al mistero della Sepoltura di Cristo. Fu abbattuta molto prima delle altre, nel 1771.
- san Mirocle o Mirocleto: era posizionata, all'incirca, in via Monforte all'incrocio con via Conservatorio, dove sorge palazzo Diotti oggi Prefettura. Era associata al mistero della Lavanda dei piedi agli Apostoli.
- san Cajo: la si trovava all'angolo tra via Cerva e via Corridoni, un tempo largo del Sole, nel borgo della Stella. Il mistero rappresentato era quello del Cristo disprezzato nella casa del sacerdote Caifa.
- santi Gervasio e Protasio, s'innalzava nella piazza del brolo innanzi la chiesa di santo Stefano, verso l'attuale via Laghetto. Anch'essa era legata al mistero di Cristo portato innanzi a Caifa.
croci stazionali crocette milano peste san carlo borromeo- san Martiniano o Matroniano al verziere: fino all'anno scorso in largo Augusto, è ora riposta in magazzino per via dei lavori della metropolitana (sarà poi riposizionata); ebbe una nascita molto travagliata. La colonna, arrivata da Baveno, lasciò perplessi (per la scarsa qualità) i commercianti committenti e paganti, tanto che il litigio fece sì che la colonna rimanesse per ben vent'anni abbandonata a terra, intralciando anche il traffico. Il Governatore Velasco aiutò e incoraggiò la ripresa dei lavori. Verrà alla fine eretta, dopo altre disgrazie costruttive, solo nel 1673. Conosciuta anche come colonna del Salvatore. Durante i lavori recentissimi di smontaggio è affiorato il più antico basamento e parte della primitiva colonna.
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Porta Romana
croci stazionali crocette milano peste san carlo borromeo- san Glicerio al Bottonuto, era proprio all'entrata dell'antichissimo quartiere, quasi sull'attuale via Larga. Dedicata al mistero relativo alle beffe che il Cristo subisce da Erode, fu benedetta nel 1607.
Fu poi riciclata dal Piermarini per completare i boschetti, trasformandola da religiosa a laica, dandole la forma di obelisco, dove ancora oggi la possiamo vedere accanto al benzinaio.
- san Castriziano: anch'essa al Bottonuto, dove si apriva il sagrato di san Giovanni Itolano poi Laterano. La croce era associata al mistero della flagellazione di cristo.
- san Mauricillo o san Satiro: era in via Speronari, angolo via Falcone, dietro la chiesa di santa Maria presso san Satiro. Era associata al mistero della incoronazione con le spine che il Cristo dovette subire. Fu poi abbattuta e sostituita con la stauta di san Satiro nel 1690. Il tutto fu poi demolito nel 1785.
- san Marolo poi san Nazaro: inizialmente era posizionata in corso di Porta Romana, all'altezza di via Maddalena, e fu dedicata a Marolo, 14° vescovo di Milano, e associata al mistero che vide Gesù condotto da Pilato ad Erode. La colonna fu poi traslata nel 1776 nell'attuale piazza di san Nazaro in Brolo sul corso di porta Romana, dove ancora oggi la vediamo, e qui assunse il nome di san Nazaro o sant'Ulderico.
- san Calimero: la vediamo tutt'oggi in corso di porta Romana, laddove si diparte il corso di porta Vigentina; sormontata dalla statua del quarto vescovo milanese, fu associata al mistero  di Gesù innanzi Pilato.
croci stazionali crocette peste carlo borromeo- sant'Eufemia o sant'Elena o san Senatore: tutt'ora visibile in corso Italia, tra le due chiese di sant'Eufemia e san Paolo, fu innalzata il 12 maggio del 1581; fu poi demolita e ricostruita, e benedetta nel 1616. Ebbe per protettore san Senatore, 21° vescovo, e come mistero quello del disprezzo che Gesù Cristo subì dai giudici nel Pretorio. La posizione attuale le venne data dopo un piccolo trasloco avvenuto negli anni venti, dato che si era trovata  proprio al centro del corso nato in quegli anni.


Porta Ticinese
- san Magno o san Brugnone: era di fronte alla chiesa di san Pietro in campo lodigiano, nei pressi del ponte delle Pioppette (oggi sarebbe in via della Chiusa). Pur trovandosi in cima alla colonna di granito la statua di san Brugnone con la croce, la crocetta venne dedicata al vescovo Magno e investita del mistero di Cristo che porta la croce verso il Calvario.
- san Michele alla chiusa: era innalzata nel quadrivio Chiusa-Olmetto e Disciplini-san Vito, innanzi alla chiesa omonima poi abbattuta. Il mistero associato fu quello della spogliazione di Cristo innanzi alla croce e abbeverato di fiele.
croci stazionali crocette milano peste san carlo borromeo- san Lazzaro alla vetra: nel mezzo della piazza alle spalle di san Lorenzo, era stata eretta questa croce stazionale. Risulta però successiva alla peste dei Borromeo, pare del 1643.

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- sant'Eustorgio o san Pietro martire: ancora si innalza nella piazza della chiesa omonima, con il mistero che ricorda la condanna a morte di Gesù. Nel seicento la croce venne sostituita con quella di san Pietro Martire (il domenicano ucciso a Barlassina), grazie all'interessamento dei 40 Crocesignani che costituivano la scorta degli Inquisitori, che in questa basilica avevano sede.
- san Mansueto: era al termine di via Arena, innanzi la malconcia conca del naviglio, quella detta di Viarenna.
- san Dazio: al ponte dei Fabbri (tra via Corridoni e corso Genova, dove oggi la via dei Fabbri si immette in piazza Resistenza partigiana) si innalzava questa croce dedicata al ventiseiesimo vescovo di Milano; croce associata al mistero della discesa di Gesù dalle scale del palazzo di Pilato, dopo la condanna.
- san Materno al carrobio: benedetta da san Carlo nel 1577, era al centro dell'attuale Carrobio. Il mistero associato era quello di Gesù presentato da Pilato al popolo. Demolita nel 1658, venne ricostruita dedicandola anche a san Carlo. Divenuta poi pericolante, fu abbattuta sotto Giuseppe II.
- san Natale: poco distante dal Carrobio, sul sagrato di san Giorgio al palazzo (via Torino), si ergeva fin dal 1610. Associata al mistero del sudario di Cristo.

Porta Vercellina
- sant'Ambrogio: si trovava nei pressi della chiesa di san Vittore al teatro, sui resti della qual chiesa venne costruito l'attuale palazzo della Borsa, in piazza Affari. Il suo mistero era la richiesta di Gesù, ormai morente in croce, rivolta al Padre perchè perdonasse i suoi aguzzini.
- sant'Ansanio o Ausano: il 28° vescovo ebbe dedicata questa croce che si innalzava sul corso di porta Vercellina, oggi corso Magenta, proprio di fronte a palazzo Litta. Il mistero era quello dell'innalzamento del Cristo sulla croce.
- sant'Anatalone. A poca distanza dalla crocetta precedente, sorgeva questa nello slargo dove via Meravigli diventa corso Magenta, all'incrocio tra san Giovanni sul Muro e santa Maria alla porta. Consacrata da Carlo in persona nel 1584, era associata al mistero del dolore della crocifissione.
- san Protaso al castello: si trovava con buona probabilità accanto al castello, verso il ponte Vetero. Subì le sorti delle varie fortificazioni del castello, fino a quando rimase pressocchè sepolta nelle demolizioni delle strutture difensive aggiunte nel seicento dagli Spagnoli. Fu rinvenuta e spostata nell'ottocento, perdendosene poi le tracce.

Porta Comasina
croci stazionali crocette milano peste san carlo borromeo- san Barnaba al cordusio: benedetta nel  1577 da san Carlo in persona, era al centro dello slargo del Cordusio, fino a quando fu spostata in piazza Borromeo, di fronte alla chiesa di santa Maria podone, dove ancora oggi si trova.
- san Geronzio al ponte vetero: era al termine di via Broletto, nello slargo dove la via Cusani si unisce a via dell'orso, al ponte "vetero".  Era già esistente allo scoppio delle peste di san Carlo, che nell'infuriare del morbo tornò a benedirla. Il mistero era quello di Gesù crocifisso tra i due ladroni.
- sant'Ampelio: era sul sagrato di santa Maria del Carmine. Fu associata al mistero dei soldati romani che si spartiscono la veste di Gesù.
- san Rocco: era sul corso di porta Comasina, oggi Garibaldi, proprio dove si nota lo slargo che conduce alla via Anfiteatro. Il mistero associato era quello di Gesù che raccomanda Giovanni alla Madonna. Pur restaurata agli inizi del settecento, fu poi demolita con Giuseppe II.
- san Benigno: questa crocetta era innalzata dove oggi abbiamo largo La Foppa, dove si nota il monumento al Piatti. Il mistero era quello della morte di Gesù sulla croce.

Porta Nuova
- san Protasio: si ergeva lungo il corso di porta Nuova, oggi via Manzoni, all'altezza dell'attuale via Montenapoleone. Eretta nel 1579, fu poi riedificata nel tardo seicento ad opera di un privato, e la statua sostituita da una sfera sormontata dalla croce.
- sant'Eusebio: la croce stazionale era posta nei pressi della porta Beatrice, in fondo alla via Brera. Il mistero era l'apertura del costato di Cristo. Venne descritta anche in una posizione diversa, quasi di fronte alla scomparsa chiesa di santa Maria aracoeli, sull'angolo con il corso di Porta Nuova. Demolita nel 1879.


Corpi Santi
croci stazionali milano peste carlo borromeo- santa Maria Maddalena: la si vede in piazza De Angeli, zona che proprio per la crocetta è sempre stata chiamata "la maddalena". Zona di transizione tra la periferia cittadina, caratterizzata dalla manifattura De Angeli-Frua, e l'inizio delle campagne, lungo la strada per Baggio. Restaurata nel 1863, sfida i secoli in mezzo al traffico.
- santa Croce di Quarto Cagnino: si tratta di una colonna votiva di epoca settecentesca, quindi successiva al periodo dei Borromeo.
- croce del mercato: era nell'omonima piazza (qui era il mercato dei cavalli e dei bovini), poi ribattezzata Marengo e oggi piazza 24 maggio, accanto alla Darsena. La crocetta era detta anche di san Gottardo, per via della vicinissima chiesa tutt'ora sull'omonimo corso.

Bibliografia
Roggiani F.: Le "Crocette" nella Milano di San Carlo, 1984
Latuada S.: Descrizione di Milano ecc, 1737-1738

Mauro Colombo
aprile 2018
maurocolombomilano@virgilio.it