La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo

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venerdì 28 ottobre 2016

La Milano settecentesca del Bellotto



bernardo bellotto milano castello eufemia giureconsultiBernardo Bellotto nacque a Venezia nel 1721, nipote del famosissimo vedutista Antonio Canal "il Canaletto".
Iscrittosi diciassettenne alla corporazione dei pittori veneziani, ebbe la fortuna di poter imparare il mestiere dal celebre zio.
Nel 1744 Bellotto effettuò un viaggio in Lombardia, all'epoca sotto il dominio austriaco, molto probabilmente chiamato dal conte Antonio Simonetta (ultimo discendente della casata, proprietario della famosa villa omonima) e da sua moglie Teresa Castelbarco, il cui salotto era uno dei più frequentati di Milano. 
Per loro dipinse due vedute agresti, "Vaprio e Canonica verso nord-est" e il controcampo "Vaprio e Canonica verso sud", raffiguranti l'ameno sito lungo il fiume Adda in cui si trovava la vasta tenuta agricola del Monasterolo, di proprietà appunto dei Simonetta.
Durante questo fortunato soggiorno, Bellotto dipinse anche tre vedute di Milano.
Una su committenza del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, all'epoca arcivescovo di Milano, e precisamente "Le chiese di Sant'Eufemia e di San Paolo Converso". 
Di committenza invece incerta sono gli altri due dipinti: "Il Castello" e "Il palazzo dei Giureconsulti e il Broletto Nuovo".

Le chiese di Sant'Eufemia e di San Paolo Converso

 

bellotto milano eufemia paoloImmerse in una atmosfera alquanto campagnola, pur trovandoci all'interno della cerchia del naviglio, lungo corso San Celso (oggi corso Italia), le due chiese appaiono nella loro veste primitiva. In particolar modo, sant'Eufemia ha la facciata precedente le modifiche "creative" del Terzaghi effettuate nel 1870. 
San Paolo risulta simile ad oggi, eccezion fatta per la mancanza degli angeli in facciata che nel dipinto svettano sullo sfondo del bel cielo azzurro.




Il Castello

 

bellotto castello sforzesco milanoAll'epoca utilizzato dagli austriaci quale caserma per il contingente di stanza a Milano, appare molto diverso da come lo vediamo oggi, dopo i profondi rifacimenti e restauri tardo ottocenteschi del Beltrami.
In particolar modo, le due torri (di Santo Spirito e del Carmine) appaiono "cimate", quindi più basse di oggi e di come erano durante l'epoca dei Visconti e degli Sforza
L'abbassamento delle torri era stata una scelta militare, finalizzata anche al posizionamento di bocche da fuoco. Manca naturalmente la torre del Filarete, crollata in seguito allo scoppio della polveriera nel cinquecento, anche questa poi ricostruita dal Beltrami nei primi anni del novecento.
Attorno al castello si nota la cortina muraria che verrà poi abbattuta in periodo napoleonico.



Il palazzo dei Giureconsulti e il Broletto nuovo

 

bellotto giureconsulti broletto nuovo ragione milano 
Il dipinto mostra i due importanti edifici civili milanesi, oggi affacciati su via Mercanti, all'epoca facenti parte della vasta piazza Mercanti, ancora chiusa e con i sei accessi corrispondenti ai sei sestieri cittadini. Nel dipinto si nota infatti, sullo sfondo, il caratteristico passaggio coperto che conduceva alla piazza del Duomo, del quale vediamo la  facciata ancora in costruzione.
Il Broletto nuovo, o palazzo della Ragione, era all'epoca ancora privo del caratteristico sopralzo che vediamo oggi, con le finestre tonde, voluto da Maria Teresa d'Austria nel 1773.
Il palazzo dei Giureconsulti (o dei Nobili Dottori) venne realizzato dal Seregni su committenza di papa Pio IV, il papa milanese.
Nella zona d'ombra, si nota il pozzo, che oggi si trova nella piazza Mercanti, dopo lo spostamento per motivi viabilistici avvenuto in epoca recente.
bellotto palazzo giureconsulti




Mauro Colombo
ottobre 2016
maurocolombomilano@virgilio.it





















giovedì 13 ottobre 2016

Miracolo a Milano (la città di De Sica)


Miracolo a Milano De Sica Zavattini

Milano è stata scelta molto spesso quale "location" per lungometraggi (più di 500!), anche se a volte si tende a dimenticare questo aspetto.
Nel 1932, la pellicola "Gli Uomini che mascalzoni" fu il primo film italiano girato in esterni anzichè in teatri di posa. E il set furono vie e piazze cittadine.
Da allora Milano divenne la scenografia ideale per film di ogni genere, cosicchè soprattutto le pellicole degli anni cinquanta, sessanta e settanta ci  regalano oggi un importante documento di come fosse la città.
Uno dei film più datati e con interessanti scorci ormai spariti è "Miracolo a Milano". Distribuito nelle sale nel 1951, ci restituisce immagini di una città che stava cambiando pelle e architettura, ancora deturpata dalle cicatrici della guerra da pochi anni terminata e afflitta da una crisi economica che rendeva davvero dura la vita di tantissime persone. 
E con grandi contraddizioni: la mancanza di case e le baracche da un lato, i nuovi edifici moderni e i grattacieli in costruzione dall'altro, la povertà di chi non riusciva a riprendersi e la ricchezza che avanzava insieme al progresso.
Film realista ma al contempo fantastico, dove il ricorso all'allegoria è giustificato dal periodo storico in cui venne girato (il potere democristiano era ormai ben consolidato) è il frutto della collaborazione tra De Sica e Cesare Zavattini (al cui sodalizio si devono alcuni tra i principali capolavori del neorealismo cinematografico).
Miracolo a Milano De Sica Gioia
De Sica sul set, via Gioia con la Martesana
In questo caso, il soggetto di Zavattini nasce quale abbozzo durante la guerra, e viene poi pubblicato da Bompiani nel 1943 con il titolo "Totò il buono".
De Sica iniziò le riprese del film durante il freddo e nevoso febbraio del 1950, e Milano diventò così per alcuni mesi il set ideale per le avventure che i personaggi sono chiamati a sopportare.
Il lungometraggio è girato in varie zone, alcune periferiche, altre centrali.
Così, il carro funebre seguito dal piccolo Totò percorre via Melchiorre Gioia con la Martesana ancora scoperta, viale Certosa, attraversa piazza della Repubblica.

Miracolo a Milano De Sica Gioia

Miracolo a Milano De Sica Gioia

Miracolo a Milano De Sica Repubblica

Miracolo a Milano De Sica Repubblica
Miracolo a Milano De Sica Elvezia GileraLa baraccopoli si trova tra Città Studi e Lambrate, lungo la  via Valvassori Peroni.
Immancabile il ghisa milanese, che dirige il traffico in viale Elvezia, all'altezza del civico numero 2, dove spiccano le vetrine del motoconcessionario Gilera, ora sostituito da un ristorante.
E poi la Scala, la Galleria, il Duomo,  con il fantastico volo sulle scope dei netturbini.
Miracolo a Milano De Sica Duomo

Miracolo a Milano De Sica Gioia
Un film senz'altro da vedere (ora in versione restaurata), con un occhio attento agli scorci della città per notarne i cambiamenti.
Per una bella carrellata di immagini prese dalla pellicola messe a confronto con la Milano d'oggi, clicca qui

Mauro Colombo
ottobre 2016