L'attuale via Anselmo Ronchetti unisce via Cerva a corso Monforte, ed è parallela a via Visconti di Modrone, dove un tempo scorreva il naviglio della fossa interna.
Qui vicino si trovava il famoso (ora spostato al Sempione) ponte delle Sirenette.
Ecco due mappe dell'ottocento che mostrano bene la zona, l'esistenza delle tante chiese e l'andamento sinuoso delle vie, non dissimmile ad oggi per la porzione che ci riguarda.
Il terraggio di san Damiano fu intitolato negli anni trenta al Ronchetti quando la Giunta municipale decise di dedicare la via a questo singolare personaggio (nelle dedica ricordato come "patriota") che all'incrocio con via Cerva aveva casa e bottega. Già....bottega...perchè il Ronchetti era ufficialmente un ....calzolaio!
Una lapide, purtroppo rimossa e ormai perduta, all'epoca dettata dal Romussi, ricordava l’esatta ubicazione dei locali da lui occupati, e bene inquadrava il personaggio.
Anselmo Ronchetti nacque a Pogliano Milanese nel 1773, il 5 ottobre. Rimasto
orfano di padre, studiò per breve tempo a Gorla Minore,
poi venne a Milano, dove al Carrobio fu assunto come garzone da un
ciabattino.
Imparato il mestiere, si mise in proprio, cambiò molte
volte bottega (via Larga, poi Cinque vie, poi Durini), fino
all'apertura dello storico negozio dove lavorò e visse per tutta la
vita.
Infatti, “...nelle ore libere però, assetato di sapere, innamorato delle buone
lettere e affascinato dalle arti belle, leggeva il Frugoni e il Segneri,
né si lasciava sfuggire occasione per arricchire il suo bagaglio
culturale di tutte quelle nozioni che dovevano poi apprestare al suo
spirito squisito, raffinato e aperto ad ogni bellezza, tante gioie in
età matura” (così Luigi Medici nel 1930: "Un calzolaio storico-Anselmo
Ronchetti").
Il Porta, regalandogli la sua raccolta di poesie nell’edizione del 1817, gli fece questa dedica, con tanto di sonetto:
“L’autore all’amico Ronchetti, in segno di amicizia e di vera gratitudine universalmente da esso sentita dalla testa fino ai piedi:
Se il mio capo sul busto torreggia, “L’autore all’amico Ronchetti, in segno di amicizia e di vera gratitudine universalmente da esso sentita dalla testa fino ai piedi:
E s’atteggia – al cangiar degli oggetti,
Sol lo ebbe alla forza del piè;
Ma se il piè regge franco e passeggia
A chi reggia – non v’è, mio Ronchetti,
Che alle scarpe e a stivali di te.”
Ma di lui e delle sue scarpe parlarono con entusiasmo altri letterati
come Massimo D'Azeglio, Vincenzo Alfieri, Ugo Foscolo, Giuseppe
Parini, Andrea Appiani,
Vincenzo Monti.
A lui si attribuisce la calzatura detta appunto "ronchettina".
A lui si attribuisce la calzatura detta appunto "ronchettina".
Morì il 19 agosto 1833, e fu sepolto nell'allora cimitero di Porta Tosa.
via Cerva |
mauro colombo
gennaio 2016
maurocolombomilano@virgilio.it