Tra i tantissimi scorci di Milano che possiamo ormai apprezzare, purtroppo, solo grazie a foto e dipinti, suggestivo è quello del Ponte delle Sirenette.
La sconsiderata copertura della cerchia interna dei navigli, la cosiddetta fossa interna, portò naturalmente alla sparizione degli innumerevoli ponti che scavalcavano l'antico fossato medievale.
Moltissimi erano in muratura, a servizio di veicoli e pedoni, col tempo erano stati allargati e rinforzati per permettere anche il passaggio dei pesanti tram.
Permetteva quindi di entrare nel Vicolo san Damiano, e poi in via della Cerva, un intrico di vie dove aveva bottega anche il calzolaio più famoso di Milano, Anselmo Ronchetti.
Progettato da Francesco Tettamanzi, fu il primo ponte interamente in ferro. Fu realizzato dalla Rubini-Scalini-Falck, nella fonderia di Dongo. La Ditta si occupò anche della fusione delle quatto donne-pesce.
Questa tratta di naviglio, come del resto quasi tutta la cerchia, fu interrata tra il 1929 e il 1930, ma come detto, per una fortunata e lungimirante idea, il ponte non venne (come gli altri) mandato in fonderia, ma salvato (seppur accorciato) e riposizionato al parco Sempione.
Durante la seconda guerra il ponte e le sirene vennero danneggiati. Una sirena, addirittura, fu scaraventata nel laghetto dalla furia di una scheggia impazzita, e fu ripescata giorni dopo.
Alla fine, due di esse risultarono troppo compromesse e per questo depositate nei magazzini comunali, in attesa di un restauro.
Nel 1948, in una notte di marzo, una delle due superstiti venne rubata, forse per fonderla e ricavarne materiale.
In occasione della triennale del 1954, una fu restaurata, mentre le due mancanti vennero ricostruite, fondendole però in bronzo (così il Corriere d'informazione, 28-29 aprile 1954).
Così, oggi il ponte (con le quattro sirene, più o meno originali) scavalca un ameno corso d'acqua e continua, come un tempo, ad essere fotografato. Tanto fotogenico da finire anche in qualche pellicola cinematografica, come nel film "Rocco e i suoi fratelli".
Alla fine, due di esse risultarono troppo compromesse e per questo depositate nei magazzini comunali, in attesa di un restauro.
Nel 1948, in una notte di marzo, una delle due superstiti venne rubata, forse per fonderla e ricavarne materiale.
In occasione della triennale del 1954, una fu restaurata, mentre le due mancanti vennero ricostruite, fondendole però in bronzo (così il Corriere d'informazione, 28-29 aprile 1954).
Così, oggi il ponte (con le quattro sirene, più o meno originali) scavalca un ameno corso d'acqua e continua, come un tempo, ad essere fotografato. Tanto fotogenico da finire anche in qualche pellicola cinematografica, come nel film "Rocco e i suoi fratelli".
Mauro Colombo
aprile 2016
ultimo aggiornamento: febbraio 2018
maurocolombomilano@virgilio.it
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