L'Esposizione universale del 1906 che si tenne a Milano fu allestita in due diversi spazi espositivi: il parco Sempione e il terreno della Piazza d'Armi (dove dal 1923 sorgerà la Fiera Campionaria).
In quegli spazi (ampi e ben sfruttabili) vennero costruiti circa 220 edifici provvisori, per ospitare i vari padiglioni italiani e stranieri con le rispettive attrazioni (è rimasto in piedi l'attuale edificio dell'acquario civico).
L'Esposizione, che come tema principale aveva il trasporto, il progresso e la velocità (si ricollegava all'apertura del traforo ferroviario del Sempione, avvenuta due anni prima, che univa idealmente Milano a Parigi), venne ufficialmente inaugurata il 28 aprile 1906 e si svolse fino all'11 novembre dello stesso anno.
Sfruttando il fatto che i poli espositivi, come detto, erano dislocati in due punti cittadini diversi, il Comitato organizzatore approfittò per progettare (restando in tema) un mezzo di trasporto "avveneristico" che unisse velocemente le due anime dell'esposizione.
Sfruttando il fatto che i poli espositivi, come detto, erano dislocati in due punti cittadini diversi, il Comitato organizzatore approfittò per progettare (restando in tema) un mezzo di trasporto "avveneristico" che unisse velocemente le due anime dell'esposizione.
Venne così allestita una ferrovia elettrica in sopraelevata, sia per non interferire col traffico milanese, sia perchè era necessario scavalcare lo scalo merci Sempione, che separava in modo netto le due zone cittadine.
La linea ferrotranviaria elettrica venne sviluppata su un tragitto di 1.350 metri, che veniva percorso dai convogli in circa 3 minuti. I motori, trasformatori, controller, materiale per la linea di trolley ecc. fu calcolato, studiato e disegnato dal «Comitato per la Trazione Elettrica Dr. Giorgio Finzi» (che divenne poi Società Officine elettro ferrovierie Tallero, con stabilimento nell'attuale via Giambellino, dove oggi sorge il deposito ATM).
L'intero percorso era a doppio binario, mentre nella due stazioni (arrivo e partenza, situate nei due poli espositivi) era singolo, con un binario parallelo sabbiato di sicurezza.
L'intero percorso era a doppio binario, mentre nella due stazioni (arrivo e partenza, situate nei due poli espositivi) era singolo, con un binario parallelo sabbiato di sicurezza.
Il viadotto Parco-piazza d'Armi era prevalentemente realizzato in legno, con parti in ferro lavorato nell'attraversamento dello scalo merci Sempione e sugli attraversamenti delle vie cittadine. Fu affidato, per la realizzazione, alla Ditta Banfi.
Tutto il viadotto venne illuminato "sfarzosamente" per mezzo di 48 lampade ad arco fornite dalla Ditta Colombo e C. e divise in 6 serie di 8 lampade ciascuna.
Sulla linea circolarono quattro treni delle Officine Meccaniche, ognuno composto da quattro vetture. La lunghezza di ogni vettura era di 10 metri e quindi quella del treno di 40 metri. La capacità massima di ogni treno era di 250 persone, mentre il numero totale dei posti a sedere era di 96. "I sedili sono imbottiti con cuscini a molla di velluto rosso con schienali pure imbottiti". Quindi carrozze di tutto rispetto!
I visitatori dell'Esposizione accedevano ai treni passando attraverso tornelli di controllo, pagando per ogni corsa 10 centesimi di Lira.
Percorso
Come detto, il tragitto non aveva fermate intermedie, ma solo le due situate all'interno dei poli espositivi. Nel parco Sempione, la stazione sopraelevata era situata a nord, poco a ridosso dell'Arco della pace. Il progetto era dell'architetto Bongi.
Eccola in foto.
Da lì la sopraelevata incrociava la via Pagano e si infilava per via Guerrazzi, come vediamo nella foto scattata durante i lavori di realizzazione, proprio all'incrorcio delle suddette vie (il palazzo in foto è il civico 4 di via Pagano).
Poi il viadotto percorreva tutta la via Abbondio Sangiorgio, scavalcava lo scalo merci Sempione, e raggiungeva la piazza d'Armi un po' più a sud dell'attuale piazza VI febbraio.
Infine, il viadotto si attestava nella stazione costruita nella piazza d'armi (attorno alla quale, peraltro, faceva servizio la prima filovia milanese). La stazione con ampia terrazza fu progettata da Magnani-Bianchi e Rondoni.
Smantellamento
Chiusa l'Esposizone universale (con un bilancio di presenze da record) la tramvia sopraelevata, come previsto fin dall'inizio, venne smantellata.
I quattro treni tuttavia vennero ceduti (e forse erano stati pensati proprio per questo scopo finale) alla Società anonima "Verbano per la trazione elettrica" (SAVTE), per circolare sulla nuova linea tramviaria tra Intra e Omegna, tra lago Maggiore e lago d'Orta.
La linea iniziò a funzionare nella prima tratta il 9 ottobre 1910 (circa 7 km tra Pallanza e Fondotoce). Si dovette attendere tuttavia fino al 1929 perchè l'intero percorso fosse realizzato. La tramvia venne smantellata nel 1965.
Bibliografia
Fumero E. "Ferrovia monofase sistema Finzi per l'Esposizione di Milano 1906", in L'Elettricità del 27 aprile 1906
mauro colombo
gennaio 2015
maurocolombomilano@virgilio.it
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