La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo

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lunedì 21 dicembre 2015

Corso Vercelli nel primo film girato a Milano


corso vercelli uomini che mascalzoni De Sica


Nel 1932 Mario Camerini girò "Gli uomini che mascalzoni", una pellicola che vide protagonista Vittorio De Sica, fino ad allora conosciuto solo in teatro.
Il film fu uno dei primi ad essere girato in esterni, anzichè, com'era abitudine, nei teatri di posa.
E poichè la storia di svolge per lo più (salvo qualche puntatina sul lago Maggiore, sponda piemontese) nell'operosa Milano degli anni trenta, ecco che per la prima volta la nostra città appare in un lungometraggio, mostrando nel corso della pellicola molti suoi scorci e luoghi caratteristici.
gli uomini che mascalzoni de sica
Il critico cinematografico Filippo Sacchi, dopo aver visionato il film, scrisse sul Corriere della Sera: «È la prima volta che vediamo Milano sullo schermo. Ebbene, chi poteva supporre che fosse tanto fotogenica? Camerini ha saputo cogliere con una finezza estrema certi inconfondibili momenti del volto e del movimento di Milano ed è riuscito a darcene, senza sforzo, il colore tutto lombardo, l'operosa vitalità».
La foto che qui propongo, è  un fotogramma della scena girata in corso Vercelli.
La direzione della ripresa è verso la periferia cittadina, il palazzo sulla destra è identificabile in quello oggi dipinto di giallo, al numero 8.
Il traffico è sostenuto, e tra gli altri, vediamo il tram della linea 16 diretto verso via Trivulzio.
Sullo sfondo si può notare il cavalcavia ferroviario che conduceva allo scalo Sempione. La linea era stata soppressa l'anno precedente le riprese del film, e il manufatto verrà pertanto demolito pochi anni dopo.
Altre belle inquadrature sono quelle alla Fiera Campionaria, in piazzale Oberdan, con l'hotel Diana sullo sfondo, alcune vie attorno al Castello, il Cordusio.
L'intero film è reperibile su youtube.

oberdan diana gli uomini mascalzoni

Gli uomini che mascalzoni

 Mauro Colombo
dicembre 2015

lunedì 14 dicembre 2015

La chiesa di san Michele al dosso (piazza sant'Ambrogio)


san michele al dosso sant'ambrogio milano pusterla

Proprio di fronte alla basilica di sant'Ambrogio si trova una chiesetta, la cui facciata è da poco stata ridipinta di giallo, con graziosi elementi in cotto lombardo.
Un tempo, dava anche il nome alla contrada che da lì si dipartiva (dal 1865 la via prese a chiamarsi Lanzone).
Tuttavia, la presenza dell'importante basilica ambrosiana e della omonima pusterla (una delle  porte minori sulla mura medievali), fa sì che pochi si avvedano e si interessino  di questo piccolo edificio religioso.
san michele al dosso  piazza sant'Ambrogio

san michele al dosso sant'ambrogio milano pusterlaSi tratta della chiesa di san Michele al dosso, così detta, appare pacifico, per essere edificata proprio laddove si trovava il dosso, cioè il terrapieno (il terraggio) delle mura cittadine.
Di antichissima fattura, forse longobarda, venne ricostruita ed ingrandita nel 1483 dalle Monache Agostiniane, che accanto vi eressero il loro monastero. Anche se il Giulini parla di Monache Cistercensi (Libro IV delle Memorie spettanti alla storia al governo ed alla descrizione della citta).
Oggi vi si trovano le  Suore Orsoline di San Carlo di Milano.

Internamente, è conservato un interessante affresco: di scuola lombarda del cinquecento l'opera raffigura la Vergine col Bambino circondata da due angeli, che sovrasta il modello della chiesa che gli offerenti vogliono edificare e mettere sotto la protezione di san Michele, a destra e di san Benedetto, a sinistra.
san michele al dosso sant'ambrogio

La chiesa è così presentata nella Descrizione di Milano, di Serviliano Latuada  (Libro 4, n.156), il quale attribuisce l'affresco a Giovanni Predino o Gian Pedrino (forse allievo di Leonardo):

san Michele al dosso, piazza sant'Ambrogio


san michele al dosso petrarcaIn alcuni locali del monastero o della canonica soggiornò Francesco Petrarca, tra il 1353 e il 1358, come peraltro è ricordato da una lapide murata in loco.
Ospita, infine, una copia straordinariamente precisa, di eccellente qualità, della prima versione della Vergine delle Rocce, quella conservata al Louvre. Questa venne dipinta da Francesco Melzi, l'allievo prediletto di Leonardo.

san michele al dosso ambrogio




mauro colombo
dicembre 2015
ultima modifica: gennaio 2019
maurocolombomilano@virgilio.it

lunedì 7 dicembre 2015

I giardini della Guastalla

guastalla

Le origini del giardino (meglio: dei giardini, e poi vedremo perchè) della Guastalla risalgono alla metà del 1500.
Lodovica Torelli guastallaGiardini e contrada presero il nome dalla nobildonna Lodovica Torelli, contessa di Guastalla, che in questa zona, nel 1557, acquistò un appezzamento di terreno compreso tra il naviglio dell'ospedale (oggi via Francesco Sforza) e san Barnaba. Qui vi trasferì l'istituto delle Angeliche, fondato per  accogliere ed educare giovani fanciulle nobili di famiglie decadute.
Il bel giardino che allietava l'edificio dell'educandato fu poi ingentilito da un tempietto (del Cagnola) e da una peschiera barocca a pianta mistilinea, particolari ancora oggi presenti.
Inizialmente il giardino era unito a quello dell'attigua proprietà Sormani-Andreani, il cui palazzo si affacciava sullo stradone di santa Prassede (oggi si affaccia su corso di porta Vittoria).

guastalla

guastallaPurtroppo, le solite speculazioni edilizie degli anni trenta divisero i due appezzamenti, aprendo sulla linea di confine una via (la via Andreani), necessaria per la lottizzazione del giardino Sormani, sul quale vennero costruiti gli edifici borghesi ancora oggi presenti.
Anche il giardino Guastalla rischiò di subire un destino simile, visto il piano regolatore Albertini del 1934: per fortuna, cosa che a Milano accade una volta ogni cent'anni, il progetto venne bloccato e poi stralciato, per intervento dell'allora podestà Gallarati Scotti.

guastalla torretta san barnaba sforzaDivenuto così di proprietà comunale, il giardino Guastalla fu inaugurato nel 1939  (dopo aver abbattuto i muri esterni sostituiti da cancellate) quale nuovo spazio verde per i milanesi, secondo il progetto dell'architetto Gerla coadiuvato dal botanico Fassi. Nell'occasione venne anche restaurata la torretta d'angolo tra le vie san Barnaba e Francesco Sforza, uno scorcio suggestivo, per questo spesso dipinto e fotografato.

guastalla torretta san barnaba sforza

guastalla torretta san barnaba sforza

guastalla torretta san barnaba sforza
guastalla torretta san barnaba sforza

guastalla




Mauro  Colombo
dicembre 2015
maurocolombomilano@virgilio.it