La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo

La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo
Anche su Instagram

giovedì 28 maggio 2015

Panoramica dalla ciminiera De Angeli-Frua (La Maddalena nel 1919)



Questa foto (cliccando sopra si ingrandisce) venne scattata nel 1919 dalla ciminiera dello stabilimento De Angeli-Frua, che si trovava (e parzialmente si conserva ancora) a ridosso dell'attuale piazza De Angeli, un tempo detta La Maddalena.
Tale nome derivava dalla presenza della colonna votiva (ancora in piedi) dedicata a Maria Maddalena, una delle tante croci stazionali volute dal Borromeo durante la peste.
Lo scatto grandangolare ci permette di vedere un'ampia porzione della città, compresa tra la piazza De Angeli e la piazza Sicilia, più o meno la zona raffigurata nella seguente mappa, coeva alla foto.




Al centro della foto grandangolare vediamo un tram della linea 16 che (viaggiando ancora a mano sinistra) sta per imboccare, diretto in centro,  la via Marghera, all'epoca detta giustamente "Malghera" dal nome della cascina omonima.
Il tram proviene dalla via Trivulzio, e ha appena oltrepassato il ponte che scavalca l'Olona (all'epoca scorreva nello slargo della Maddalena, prima di essere incanalato più in periferia, lungo i viali della circonvallazione). 
maddalena de angeli

Qui la Maddalena vista da via Trivulzio:


Nel 1921, la piazza De Angeli fu rallegrata dalla bella fontana di Egidio Boninsegna, poi purtroppo sparita durante i lavori per la metropolitana Uno (nel 1962).


A destra vediamo piazza Piemonte, senza i grattacieli del Borgato (arriveranno 4 anni dopo) e piazza Sicilia, con la sua scuola. 


In alto, nella parte centrale, si scorge la facciata ancora in costruzione della "nuova" chiesa di S.Pietro in Sala.


mauro colombo
maggio 2015
maurocolombomilano@virgilio.it



giovedì 21 maggio 2015

14 febbraio 1916: Milano bombardata!


milano bombardamento prima guerra WWI

 

milano bombardamento prima guerra WWImilano bombardamento prima guerra WWIL'Italia entrò in guerra, a conflitto mondiale già iniziato, solo il 24 maggio del 1915, sulla spinta di quel movimento Interventista che portò il governo Salandra a stipulare prima il patto di Londra, poi a firmare la dichiarazione di guerra.


A differenza di quello che accadrà durante la seconda guerra mondiale (WWII) quando le strategie nemiche e soprattutto i nuovi mezzi trasformarono la città in un facile bersaglio (i bombardamenti angloamericani distrussero quasi l'80% degli edifici cittadini: leggi qui) durante questo primo conflitto (WWI) Milano non dovette sopportare attacchi, dato che i teatri delle battaglie erano molto lontani dalla pianura padana.
Miseria, disoccupazione, fame e tanti morti partiti per il fronte, quelli sì, ma di bombardamenti e morti in casa, fortunatamente se ne registrò solamente uno.
Il Governo, e il Comune, in ogni caso, avevano allertato la popolazione, visto che attacchi aerei su altre città italiane erano avvenuti. Si puntava molto sulla prevenzione: insegnare a riconoscere un aereo nemico, o un dirigibile, invitare a tenere botti d'acqua in prossimità dei tetti, per spegnere sul nascere eventuali incendi, mantenere le luci spente in caso di avvicinamento di velivoli.
milano bombardamento prima guerra WWI tiraboschi
maggio 1915: come riconoscere il nemico!

L'ATTACCO DAL CIELO

Milano subì l'unico attacco durante la mattina del  14 febbraio 1916.
milano bombardamento prima guerra WWIDopo l'allarme giunto da Brescia verso le 8.30, col quale si avvisava la città che erano in avvicinamento tre aerei austriaci degli Imperi centrali.
milano bombardamento prima guerra WWISi trattava di tre Aviatik (pare  dal racconto di alcuni testimoni versione Taube, cioè colomba, per la particolare forma),  che procedevano in formazione verso Milano. 
Gli Aviatik Taube erano apparecchi monoplano, con motore Mercedes, apertura alare di 14 metri e una velocità massima di 100 chilometri orari. La loro autonomia era di 4 ore. A bordo vi erano due membri di equipaggio.
Prontamente si levarono in volo i nostri apparecchi Breda dalla pista di Taliedo, per tentare di dar loro la caccia.
milano bombardamento prima guerra WWI


Purtroppo, due aerei nemici (il terzo puntò su Monza) riuscirono a sorvolare Milano intorno alle 9, con tragiche conseguenze. 
Gli aerei nemici infatti  sganciarono le loro (poche ma micidiali) bombe tra Porta Romana e Porta Volta, durante un raid che durò circa mezz'ora, durante il quale ingaggiarono anche una cavalleresca battaglia con i nostri apparecchi.


milano bombardamento prima guerra WWI

Mentre a porta Volta si registrarono solo lievi danni, in porta Romana alcuni ordigni, per sfortunate coincidenze, uccisero complessivamente 18 persone
Morirono anche due tranvieri, raggiunti dalle schegge mentre erano a bordo del tram di circonvallazione, colpito nella parte posteriore.
Molto più alto il bilancio dei feriti, una quarantina, quasi tutti ricoverati all'ospedale maggiore, dove vennero visitati dal sindaco Caldara e da altre autorità.
corriere milano bombardamento 1916 tabacchi


1916 prima guerra milano milano bombardamento prima guerra WWI
I due apparecchi fuggirono poi verso nord, dove si riunirono con il terzo velivolo, e sganciarono altre bombe su Monza, uccidendo due cittadini e danneggiando vari edifici, come ricordava una targa commemorativa ormai scomparsa.

milano bombardamento prima guerra WWI

Alla fine, lasciando la pianura, uno dei tre apparecchi fu abbattuto dalla nostra artiglieria in zona valle del Chiese, tra Brescia e Trento (poco prima quindi di rientrare in zona austrungarica).
La guerra iniziò così  a fare davvero paura: da quel momento non fu più un problema lontano, che si consumava fra trincee di montagna o tra le nevi delle Dolomiti, bensì qualcosa che poteva portare morte e distruzione fin dentro le case, le fabbriche, le scuole cittadine.
Vennero conseguentemente approntate maggiori e migliori difese, e si aumentarono gli  aerei da caccia sulla pista di Taliedo. Si diedero precise disposizioni perché gli stabili avessero pronti presidi antincendio come secchi di sabbia e acqua in abbondanza. Si perfezionarono i sistemi di comunicazione e di allarme, che quel tragico giorno erano stati dati senza però che la popolazione sapesse come comportarsi.
Per fortuna, altri attacchi dal cielo non se ne ebbero.
Nella foto, i solenni funerali delle vittime.

milano funerali bombe vittime 1916 austrungarico milano bombardamento prima guerra WWI



IL MONUMENTO DI SAROLDI

A conflitto terminato, si vollero ricordare le vittime innocenti con un monumento, che vene eretto idealmente nel punto ove maggiore fu il sacrificio dei cittadini. Fu così scelta la via Tiraboschi. Qui, nel 1923 venne scoperto il monumento bronzeo di Enrico Saroldi.
L'opera fu dedicata anche ad altre vittime della guerra, ed in particolar modo alla medaglia d'oro Giordano Ottolini, ucciso sul monte Spil.
L'opera raffigura un soldato romano e un milite del Carroccio (due figure storiche che avevano lottato contro i tedeschi) mentre sorreggono un ferito. 


I Milanesi, criticando (come al solito)  il risultato finale e soprattutto la plasticità dei tre soggetti, li ribattezzò subito "i trii ciocch". Dato che, a voler guardare con occhio cinico, paiono proprio tre ubriachi che avanzano su insicuro piede, sorreggendosi l'un l'altro, dopo una serata di bagordi.




P.S. Per la grafia "ciocch": così è riportata dal Cherubini (1814), da Cletto Arrighi e nel vocabolario Circolo Filologico Milanese. 
trii ciocch tiraboschi



mauro colombo
maggio 2015
ultimo aggiornamento: febbraio 2018
maurocolombomilano@virgilio.it


 



giovedì 14 maggio 2015

L'ambulanza fluviale Litta





Il 4 giugno 1891 moriva tragicamente il conte Alfonso litta Visconti Arese
Sua madre, la duchessa Eugenia Litta Bolognini Attendolo Sforza, "la bella bolognina" (1837-1914), figura di primo piano nella società milanese della seconda metà dell'ottocento (la si ricorda anche per essere stata l'amante di re Umberto I), profondamente colpita dalla morte dell'unico figlio, donò all'Ospedale Maggiore di Milano un'importante somma, ricavata con la vendita di moltissimi dei suoi gioielli.
Il lascito permise, nel 1895,  di  costruire ed attrezzare un nuovo padiglione ospedaliero, il padiglione Litta, il primo ad essere costruito oltre il naviglio, cioè dove si trova oggi l'attuale Policlinico.

Inoltre, una parte più modesta della somma, fu utilizzata, in accordo con il presidente  dell'ospedale, conte Emilio Borromeo, per approntare, nel 1897,  un convoglio ospedaliero fluviale di primo soccorso.
Quello dei barconi-ospedale non era certo una novità: erano stati inventati nel 1891 dal conte piemontese Eugenio Brunetta D'Usseaux (membro del Comitato Centrale della Croce Rossa Italiana, vice-presidente per la Sezione Verbana, e vice-direttore di treni ospedalieri dell’Ordine di Malta).
La Croce rossa italiana ne aveva già alcuni in regolare servizio, e il loro numero si sarebbe poi incrementato durante i tragici anni della prima gurra mondiale.
L'ospedale fluviale donato dalla duchessa Eugenia fu naturalmente intitolato ad Alfonso Litta. Era composto da  quattro barconi collegati tra loro, attrezzati quale vero e proprio ospedale da campo galleggiante. Una barca era adibita a camera operatoria ed infermeria, mentre i restanti tre erano occupati dai letti di degenza per malati ed operati.
Fu utilizzato per prestare assistenza a quelle popolazioni che abitavano lungo il corso del Po e i suoi affluenti, spesso prive di strutture mediche vicine e isolate dai più importanti centri cittadini causa la mancanza di strade e ferrovie.
L'ospedale galleggiante Litta venne presentato al pubblico il 22 giugno 1898, alla Darsena, e da lì partì per il suo primo viaggio, lungo il naviglio pavese, per raggiungere infine Chioggia


mauro colombo
maggio 2015
maurocolombomilano@virgilio.it




mercoledì 6 maggio 2015

Palazzo Pertusati e il giardino d'Arcadia.


Fino a quando i bombardamenti anglomamericani non ne fecero scempio, e la ricostruzione postbellica decise che era più pratico demolire tutto e ricostruire, all'altezza dei numeri 76, 78 e 80 di corso di Porta Romana (di fronte al teatro Carcano, per intenderci, quindi alla Crocetta) si elevava maestoso palazzo Pertusati.


Fatto costruire dal bibliofilo conte Carlo Pertusati (1674-1755) membro e poi presidente del Senato milanese, era famoso in città per il giardino retrostante. Un vero paradiso in terra!
Il delizioso e vasto luogo si estendeva fino all'attuale piazza cardinal Ferrari. Era ricco di vegetazione, serre e vialetti per liete passeggiate, del padrone di casa e dei suoi illustri ospiti.
Era però conosciutissimo anche per una ragione un po' curiosa:  in questo giardino amava riunirsi il  gruppo milanese dell'Accademia dell'Arcadia, fondato nel 1704. I membri del gruppo letterario, abbigliati come pastorelli, qui recitavano i versi da loro composti.
 Nel 1735, il Latuada lo incluse nella sua celebre Descrizione di Milano (leggi qui), riservandogli parole di elogio e una incisione.


Nell'Ottocento il giardino fu ancora meta prediletta per i ricevimenti mondani dei Pertusati, e mantenne questo ruolo centrale fino al Novecento, quando iniziò a cedere spazio a nuove costruzioni, che tuttavia cercarono inizialmente (con la prima opera dell'architetto De Finetti) di preservarne le caratteristiche storiche.
Come detto all'inizio, gli eredi Pertusati, negli anni Cinquanta decisero (fu più conveniente in termini di resa volumetrica?) di ricostruire ex novo sull'area dell'avito palazzo danneggiato, anzichè pensare ad un restauro, sebbene importante.
Sorsero così le costruzioni firmate da Ignazio Gardella, Ferrieri e Menghi. Sul complesso dei nuovi edifici su tutti spicca quello più interno (n.76/2) che fu progettato da Minoletti.
Ecco il perchè degli edifici moderni che vediamo oggi sul corso.
Per quanto concerne il mitico giardino d'Arcadia,  oggi ne restano piccole tracce. Per vederne gli alberi superstiti, provate ad imboccare, dalla piazza Ferrari, la corta e senza uscita via Marchiondi: alla fine di questa, un grosso cancello permette di vedere ancora una porzione dell'antico paradiso in terra.




mauro colombo
maggio 2015