La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo

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domenica 22 settembre 2019

Dal Cavallino rosso alla fondazione Prada

SIS Isarco cavallino rosso Prada


Nel panorama milanese sempre in movimento, la Fondazione Prada, in largo Isarco, a due passi da corso Lodi e via Ripamonti, spicca oggi per due importanti aspetti.
Innanzitutto, in breve tempo ha saputo affermarsi quale punto di riferimento dell'offerta culturale milanese, con eventi, mostre d'arte contemporanea, cinema e tanto altro.
In secondo luogo, ha dato l'avvio, e si spera possa proseguire anche con l'aiuto di altri, al risanamento di una zona da anni abbandonata a se stessa e  impantanata nel classico degrado del post industriale.
La Fondazione è nata infatti sulle ceneri di un bel fabbricato anni dieci, che un tempo ospitava la prestigiosa ed affermata distilleria della Società Italiana Spiriti-SIS (poi statalizzata), famosissima per il brandy del Cavallino Rosso, tanto caro agli italiani degli anni cinquanta e sessanta.
SIS Isarco cavallino rosso Prada
Come tutte le ex fabbriche della zona, anche questa sfruttava il contiguo scalo ferroviario di porta Romana (purtroppo anch'esso precipitato nell'abisso del degrado, e per il quale, finalmente, pare vedersi la luce di una rinascita).
Fino agli anni settanta, non era raro vedere vagoni merci uscire dal muro dello scalo e raggiungere, attraverso appositi binari di servizio, le realtà produttive del quartiere, durante il giorno popolato da migliaia di operai, in un allegro, anche se faticoso, via vai di carri, camion, gente indaffarata.
Il progetto di recupero, inaugurato pochi anni fa, è stato curato dallo studio Oma di Rem Koolhas, l'olandese volante dell'architettura.
Lavorando su un'area produttiva di imponenti dimensioni (la SIS occupava quasi 19.000 metri quadrati), Koolhas ha salvato sette edifici industriali originali, ai quali ha affiancato strutture nuove, l'ultima da poco inaugurata: la torre. Questa, dall'alto dei suoi 60 metri, regala una vista inedita della città, attraverso le sue ampie vetrate. Le facciate esterne, di vetro e di cemento, attribuiscono ai diversi piani un’esposizione alla luce sempre differente.
SIS Isarco cavallino rosso Prada
Il visitatore che varca il cancello d'ingresso può passeggiare tra ambienti diversi tra loro, che tuttavia si armonizzano sapientemente e si valorizzano come in una sorta di "affinità elettive": possiamo ammirare il vecchio e il nuovo, lo scrostato intonaco anteguerra e l'oro tanto di moda oggi.
Entrate nel visionario bar interno, il Bar Luce, progettato da Wes Anderson (proprio il regista USA, quello di Grand Budapest Hotel o I Tenenbaum), che ricorda un tipico locale anni cinquanta, con tanto di flipper e un jukebox. Il soffitto a volta riproduce in scala la copertura in vetro della Galleria Vittorio Emanuele, mentre altri elementi chiave della Galleria trovano spazio nella parte superiore del bar, in una sorta di schema decorativo. Almeno un caffè al banco è d'obbligo (ma se volete rilassarvi e spendere qualcosa di più, fatevi servire ad uno dei tavolini).
Insomma, Fondazione Prada ha dato il via alle danze per far rinascere la zona: ora siamo fiduciosi che altri vorranno ballare dando il proprio contributo a trasformare una parte di Milano che merita molto e che ha da raccontare ancora tante cose.
SIS Isarco cavallino rosso Prada


Mauro Colombo
settembre 2019
maurocolombomilano@virgilio.it



sabato 14 settembre 2019

Dieci detti su Milano...in milanese

milano lazzaretto

Un posto di riguardo nei detti milanesi lo ha...la città di Milano. I proverbi creati per elogiare le qualità della nostra città dimostrano quanto i milanesi da sempre abbiano avuto a cuore la loro patria.
Ecco i migliori dieci.
Nota bene: la grafia milanese qui utilizzata è stata ricavata dal vocabolario di Francesco Cherubini secondo l'edizione stampata nel 1841

1) Chi volta el cuu a Milan le volta al pan
Detto per indicare quanto sia ricca Milano, tanto che chi decide di voltarle le spalle, cioè andarsene, perde sicuramente più di quanto possa guadagnare. Milano la ricca, Milano la grassa.
caricature milanesi il cummenda

2) Daghel ai statutt de Milan
Vendere o consegnare una merce secondo le regole di Milano, quindi senza vizi e di prima qualità. Spendo, pretendo!

3) De Milan ghe n'è domà vun
Semplicemente.....di Milano c'è n'è una, il resto è noia

4) Fin che Milan sarà Milan
Fino a quando Milano continuerà ad essere questa Milano, le cose andranno avanti. Detto che indica quanto Milano sia ritenuta dai milanesi la locomotiva trainante.

5) I legg de Milan duren d'incoeu finna a doman
Ecco un detto che stigmatizza un difetto: il fatto che le leggi (ma anche le mode) di Milano hanno vita breve, e nello spazio di poco vengono modificate. Questo crea problemi nell'organizzarsi e nel progettare affari. Vale anche oggi, visto come cambiano in fretta le regole vigenti.

6) In Milan con de quist se troeuva tuttcoss
A Milano se si hanno i soldi, si può trovare qualsiasi cosa si desideri. La città giusta, insomma, pur di avere le tasche piene.

7) Milan e poeu pù
Milano, il resto viene sempre dopo, molto dopo, ben oltre il secondo posto.
trasporti pubblici milanesi

8) Milan l'è el giardin de l'Italia
Qui tutte le ricchezze si sono concentrate, come in un magnifico giardino. Le ricchezze della città e delle campagne attorno sono elogiate da sempre.

9) A dighela in bon milanes
Dire le cose come stanno, correttamente, come si devono dire (senza giri di parole, perchè a Milano si va dritti al dunque; poca filosofia molto pragmatismo)
pescatore di chiaravalle milano

10) Hin longh i nott de Milan
Modo scherzoso per prendere in giro chi sbadiglia, fingendo per lui compassione facendo notare che in effetti a Milano le notti sono più lunghe che altrove (qui si lavora fino a tardi).

Bibliografia
  • Cherubini-Dizionario milanese-italiano, 2 voll., Milano, Stamperia reale, 1814
  • Cherubini-Vocabolario milanese-italiano, 5 voll., Milano, Imperial Regia Stamperia, poi Società Tipografica dei Classici Italiani, 1839-56
    • Vol. I (1839), A-C: pp. LI,388;
    • Vol. II (1840), D-L: pp. 428;
    • Vol. III (1841), M-Q: pp. 448;
    • Vol. IV (1843), R-Z (+ Giunte e correzioni): pp. 556 e pp. III,140 ;
    • Vol. V (1856, postumo), Sopraggiunta. Nozioni filologiche intorno al Dialetto milanese. Saggio d'osservazioni su l'Idioma brianzuolo, suddialetto del milanese, pp. XIX,308.


Mauro Colombo
settembre 2019
maurocolombomilano@virgilio.it