Oggi il trasporto pubblico cittadino effettuato con autobus tende ad essere sempre più amico dell'ambiente: i veicoli ATM rispettano normative antinquinamento severe, e l'autobus elettrico inizia ora il suo sperimentale cammino.
Eppure, quasi cento anni fa, un tentativo di far circolare a Milano autobus elettrici era già stato fatto.
Nel 1921 il Comune di Milano stipulò una convenzione con la ditta Rognini e Balbo per la messa in esercizio di una linea di servizio pubblico mediante autobus elettrici.
Nel 1921 il Comune di Milano stipulò una convenzione con la ditta Rognini e Balbo per la messa in esercizio di una linea di servizio pubblico mediante autobus elettrici.
Così, il 6 gennaio 1922, la Rognini e Balbo, con sede operativa in via Spontini, mise in servizio nove veicoli elettrici ad accumulatori (e un rimorchio).
Il percorso di linea era: via Sarpi (angolo via Canonica), via Volta, via Moscova, via Cernaia, via Borgonuovo, via Verziere, via Brolo, via Ospedale.
Qui sotto, vediamo una vettura proprio di fronte all'antico ospedale sforzesco, e in corso Sempione.
Il percorso di linea era: via Sarpi (angolo via Canonica), via Volta, via Moscova, via Cernaia, via Borgonuovo, via Verziere, via Brolo, via Ospedale.
Qui sotto, vediamo una vettura proprio di fronte all'antico ospedale sforzesco, e in corso Sempione.
Questi autobus di colore bianco con interni in velluto rosso potevano trasportare fino a 60 persone, alla velocità di 25 chilometri orari.
L'accordo con il Comune prevedeva che le eventuali perdite fossero a carico del privato, mentre gli utili si sarebbero divisi (quasi) equamente: 55% al Comune, 45% al privato.
Benchè l'impresa Rognini fosse convinta di far concorrenza ai tram, i veicoli elettrici presentarono vari problemi, tra i quali la scarsa autonomia di servizio e la poca affidabilità.
A quanto risulta, il servizio venne soppresso entro il secondo anno di esercizio, quando a conti fatti l'esperimento si rivelò antieconomico.
La fortuna non arrise all'impresa in quel breve periodo di attività.
Infatti, gli autobus fecero in tempo ad investire alcuni cittadini: nel febbraio 1923 venne travolto un operaio marmista sul ponte di san Marco, mentre il 19 novembre 1923, venne arrotato un disgraziato in via Paolo Sarpi, come ci ha tramandato il Corriere della Sera. Inoltre, la cassaforte della ditta, custodita negli uffici di via Spontini, fu trovata sfondata e svuotata la mattina del 24 novembre 1922.
Alcuni esemplari di questo sfortunato tentativo vennero comunque mantenuti, e opportunamente trasformati, furono sfruttati dal 1928 per il servizio funebre, al posto dei tram funebri detti Gioconda (ne abbiamo parlato qui).
La Rognini e Balbo continuò comunque la sua attività in altri contesti, come ad esempio Vicenza, alla quale fornì alcune filovie.
La fortuna non arrise all'impresa in quel breve periodo di attività.
Infatti, gli autobus fecero in tempo ad investire alcuni cittadini: nel febbraio 1923 venne travolto un operaio marmista sul ponte di san Marco, mentre il 19 novembre 1923, venne arrotato un disgraziato in via Paolo Sarpi, come ci ha tramandato il Corriere della Sera. Inoltre, la cassaforte della ditta, custodita negli uffici di via Spontini, fu trovata sfondata e svuotata la mattina del 24 novembre 1922.
Alcuni esemplari di questo sfortunato tentativo vennero comunque mantenuti, e opportunamente trasformati, furono sfruttati dal 1928 per il servizio funebre, al posto dei tram funebri detti Gioconda (ne abbiamo parlato qui).
La Rognini e Balbo continuò comunque la sua attività in altri contesti, come ad esempio Vicenza, alla quale fornì alcune filovie.
mauro colombo
marzo 2015
ultimo aggiornamento: marzo 2018
maurocolombomilano@virgilio.it
ultimo aggiornamento: marzo 2018
maurocolombomilano@virgilio.it