La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo

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martedì 13 ottobre 2015

La cripta colatoio in San Bernardino alle ossa



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In piazza santo Stefano, accanto all'omonima, grandiosa, basilica (ove trovò la morte il duca  Galeazzo Maria Sforza) sorge la più piccola chiesa di san Bernardino alle ossa.
Edificata a partire dalla metà del 1200, quale cappella contigua ad una camera di sepoltura dell'adiacente cimitero ed ospedale, la chiesa venne poi ampliata nel '600 ed infine nel '700, quando assunse l'aspetto  attuale.
ossa san bernardino milano santo stefanoNel corso del quindicesimo secolo l'edificio fu utilizzato per le proprie riunioni dalla confraternita dei Disciplini, che si dedicava  al culto dei morti e all'espiazione dei peccati da raggiungersi attraverso l'autoflagellazione e la mortificazione della carne.
dedicata al culto dei morti e all'espiazione dei peccati da raggiungersi attraverso l'autoflagellazione e la mortificazione della carne. - See more at: http://webedintorni-001-site1.smarterasp.net/it/racconta-il-tuo-barocco/marco-ranica.aspx#sthash.pxt8RdS1.dpuf
dedicata al culto dei morti e all'espiazione dei peccati da raggiungersi attraverso l'autoflagellazione e la mortificazione della carne. - See more at: http://webedintorni-001-site1.smarterasp.net/it/racconta-il-tuo-barocco/marco-ranica.aspx#sthash.pxt8RdS1.dpuf
Oggi la chiesa è famosa per l'attigua cappella, alquanto macabra: le sue pareti sono infatti ricoperte interamente di ossa umane, disposte secondo un disegno ornamentale (ossa provenienti dai cimiteri di zona soppressi).

Ciò che della chiesa di San Bernardino è meno conosciuto, invece, è la cripta ipogea che si trova proprio al centro della chiesa, alla quale si accede mediante una botola sul pavimento e dieci scalini.

san bernardino cripta
Botola di accesso alla cripta
san bernardino ossa criptaAl suo interno, venivano posti i corpi dei fratelli della confraternita dei Disciplini passati a miglior vita, affinché si realizzasse il disfacimento delle carni, secondo un sistema molto in uso nel sud Italia.
La cripta è infatti un esempio (raro nell'Italia settentrionale) di colatoio a seduta (o putridarium).
La cripta presenta lungo le pareti una serie di 21 nicchie provviste di sedili in muratura, ciascuno dotato di un foro centrale. Il cadavere del defunto era collocato in posizione seduta in modo da far confluire i liquami prodotti dalla putrefazione direttamente all’interno del foro, collegato ad una canaletta di scolo.

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Una volta terminato il processo di scolatura, e che la decomposizione avesse fatto il proprio corso lasciando le ossa libere dalla parte putrescibile, i resti scheletrici  erano spostati nell’ossario, mentre il cranio, simbolo dell’individualità del defunto, era posizionato su apposite mensole. Nella cripta è visibile anche un semplice altare in muratura, che testimonia come occasionalmente vi fossero celebrate funzioni religiose.


 La progressiva scheletrizzazione, ottenuta con il metodo della scolatura, era il frutto di una comune concezione della morte che aveva come obiettivo di risolvere il momento incerto del cambiamento, quella fase liminale tanto temuta dai viventi in cui il corpo del defunto subiva una trasformazione irreversibile. Il processo era lungo, poteva attraversare diversi stadi in cui il corpo era sottoposto a successive fasi di colatura.
Una volta privato della parte putrescibile, il defunto era stabilizzato e per così dire neutralizzato.

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Mauro Colombo
ottobre 2015 
maurocolombomilano@virgilio.it