All'epoca del passaggio lo sviluppo dei binari ammontava a 200 chilometri circa, sui quali correvano 571 motrici e 301 rimorchiate in servizio urbano.
A queste motrici, se ne sommavano altre 45 per i servizi extraurbani, quelli speciali, e quello funebre.
Non tutte queste vetture furono giudicate sicure e in grado di assolvere al servizio pubblico, molte vennero lasciate dunque nei depositi in attesa delle dovute riparazioni.
In secondo luogo, si registrò una forte penuria di materiali e pezzi di ricambio, oltrechè il loro vertiginoso aumento di prezzo: ad esempio, le ruote erano passate da 50 lire a 250 lire al pezzo, il rame da 300 lire a 1.000 lire al quintale.
Ciononostante, il biglietto era e rimase fissato a 10 centesimi, che però raddoppiava per le corse serali, dopo le ore 21.
Il personale viaggiante ebbe un cospicuo aumento del salario: ben il 20%! (ma si deve tenere conto che durante la guerra il caro vita e l'inflazione erano in forte aumento, almeno del 17%).
Un inizio insomma faticoso e in un contesto storico drammatico: ma ATM da allora ha sempre portato avanti, tra alti e bassi, ed anche in momenti di estrema difficoltà (come dal 1942 al 1945) il proprio compito.
Con la speranza che possa sempre migliorare il servizio e la soddisfazione dei passeggeri.
Bibliografia: Il Comune in grigioverde, in Città di Milano n. 11 del 1968
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Mauro Colombo
gennaio 2019
maurocolombomilano@virgilio.it