La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo

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martedì 27 ottobre 2015

Le ville scomparse di via Venti Settembre


via venti settembre milano hoepli


La via Venti Settembre (giorno della "breccia" di Porta Pia, nel 1870) venne progettata con il Piano Regolatore Beruto, approvato definitivamente nel 1889.
Vediamo in questa mappa del 1894 la via già tracciata, assieme al nuovo, fitto, reticolo viario progettato in una vasta zona fino ad allora agricola. Si nota come la via sia ancora libera da costruzioni.

via venti settembre milano

Poco dopo la sua apertura, la via venne lottizzata in piccoli appezzamenti, destinati ad ospitare  villini signorili dell'alta borghesia, edificati tra la fine dell'ottocento e i primi anni del novecento, molti proprio in piena moda liberty.
Ma se ancora oggi molte ville risalenti a quegli anni sono in piedi (e dieci anni fa una di queste è stata venduta al re della farmaceutica per 24 milioni di euro), altre sono state demolite nel secondo dopoguerra, per meglio sfruttare (e monetizzare) il terreno sul quale sorgevano.
Così oggi al loro posto troviamo dei palazzi multipiano.

Tra le scomparse ville, ne ricordiamo tre.

Villino dell'editore Hoepli, il grande e munifico libraio svizzero che fece fortuna a Milano, realizzato tra il 1894 e il 1896, dell'architetto Carlo Formenti.

via venti settembre Hoepli


Villino Francetti-Frova.  Carla Francetti ha un ritratto nella quadreria dell'Ospedale Maggiore, quale benefattrice. Giuseppe Frova, con origini in Valle Anzasca (Verbania), iniziò come commerciante di legname, che faceva arrivare a Milano dai boschi di quella valle, attraverso il fiume Toce (dove navigavano anche i marmi per il Duomo).
Passò poi a construire e posare le traversine per i binari ferroviari, divenendo un importante industriale del settore ferroviario, in grande sviluppo nella seconda metà dell'ottocento. Pur non avendo avuto figli, ebbe molti fratelli e tanti nipoti; può essere ritenuto il capostipite della ricca famiglia che fece edificare la villa (1896) dall'architetto Sebastiano Locati, all'angolo con via Brennero.
Della famiglia Frova è l'edicola funebre al cimitero Monumentale, opera di Luca Beltrami.

via venti settembre, Francetti Frova

via venti settembre Francetti Frova

Villino Calabresi, ultimissimi anni dell'ottocento, architetto Sebastiano Locati.

via venti settembre Calabresi


Tra le ville scomparse si potrebbe quasi annoverare (visto cosa è diventata oggi, completamente rimaneggiata) la villetta Caterina dell'architetto Achille Manfredini, all'angolo con via Spluga.

via venti settembre manfredini

Ricordiamo anche, all'anagolo con via Brennero, la "quasi" sopravvissuta villa di Pasquale Crespi, fratello del più conosciuto Cristoforo, capostipite dell'impero tessile. L'edifico fu progettato dall'architetto Steno Sioli Legnani, del 1897. Oggi un po' rimaneggiata rispetto al progetto originale di stampo neorinascimentele, è meno armoniosa di com'era un tempo.

villa crispi venti XX settembre milano



 mauro colombo
ottobre 2015
ultimo aggiornamento: aprile 2020
maurocolombomilano@virgilio.it


martedì 20 ottobre 2015

Le facciate di sant'Eustorgio

Sant'Eustorgio

Fino al 1864, stampe, dipinti e (rarissime) foto mostrano la basilica di S.Eustorgio con la sua primitiva facciata, caratterizzata dal grande rosone in corrispondenza della navata centrale.
Ho raccolto qui alcune immagini della "vecchia" facciata ormai scomparsa.

Sant'Eustorgio

Sant'Eustorgio

Sant'Eustorgio


La facciata che vediamo oggi, infatti, è frutto di un restauro in stile neoromanico, compiuto dall'ingegnere Giovanni Brocca tra il maggio 1864 e l'agosto 1865. La chiesa presenta da allora la tipica forma a capanna, con archetti sporgenti al di sotto del cornicione superiore, tre portali sormontati ciascuno da una lunetta musiva, una bifora sopra il portone centrale e due monofore sopra quelli laterali.

Sant'Eustorgio


Mauro Colombo
ottobre 2015
maurocolombomilano@virgilio.it

martedì 13 ottobre 2015

La cripta colatoio in San Bernardino alle ossa



san bernardino alle ossa milano chiesa macabra

In piazza santo Stefano, accanto all'omonima, grandiosa, basilica (ove trovò la morte il duca  Galeazzo Maria Sforza) sorge la più piccola chiesa di san Bernardino alle ossa.
Edificata a partire dalla metà del 1200, quale cappella contigua ad una camera di sepoltura dell'adiacente cimitero ed ospedale, la chiesa venne poi ampliata nel '600 ed infine nel '700, quando assunse l'aspetto  attuale.
ossa san bernardino milano santo stefanoNel corso del quindicesimo secolo l'edificio fu utilizzato per le proprie riunioni dalla confraternita dei Disciplini, che si dedicava  al culto dei morti e all'espiazione dei peccati da raggiungersi attraverso l'autoflagellazione e la mortificazione della carne.
dedicata al culto dei morti e all'espiazione dei peccati da raggiungersi attraverso l'autoflagellazione e la mortificazione della carne. - See more at: http://webedintorni-001-site1.smarterasp.net/it/racconta-il-tuo-barocco/marco-ranica.aspx#sthash.pxt8RdS1.dpuf
dedicata al culto dei morti e all'espiazione dei peccati da raggiungersi attraverso l'autoflagellazione e la mortificazione della carne. - See more at: http://webedintorni-001-site1.smarterasp.net/it/racconta-il-tuo-barocco/marco-ranica.aspx#sthash.pxt8RdS1.dpuf
Oggi la chiesa è famosa per l'attigua cappella, alquanto macabra: le sue pareti sono infatti ricoperte interamente di ossa umane, disposte secondo un disegno ornamentale (ossa provenienti dai cimiteri di zona soppressi).

Ciò che della chiesa di San Bernardino è meno conosciuto, invece, è la cripta ipogea che si trova proprio al centro della chiesa, alla quale si accede mediante una botola sul pavimento e dieci scalini.

san bernardino cripta
Botola di accesso alla cripta
san bernardino ossa criptaAl suo interno, venivano posti i corpi dei fratelli della confraternita dei Disciplini passati a miglior vita, affinché si realizzasse il disfacimento delle carni, secondo un sistema molto in uso nel sud Italia.
La cripta è infatti un esempio (raro nell'Italia settentrionale) di colatoio a seduta (o putridarium).
La cripta presenta lungo le pareti una serie di 21 nicchie provviste di sedili in muratura, ciascuno dotato di un foro centrale. Il cadavere del defunto era collocato in posizione seduta in modo da far confluire i liquami prodotti dalla putrefazione direttamente all’interno del foro, collegato ad una canaletta di scolo.

san bernardino putridarium ossa
Una volta terminato il processo di scolatura, e che la decomposizione avesse fatto il proprio corso lasciando le ossa libere dalla parte putrescibile, i resti scheletrici  erano spostati nell’ossario, mentre il cranio, simbolo dell’individualità del defunto, era posizionato su apposite mensole. Nella cripta è visibile anche un semplice altare in muratura, che testimonia come occasionalmente vi fossero celebrate funzioni religiose.


 La progressiva scheletrizzazione, ottenuta con il metodo della scolatura, era il frutto di una comune concezione della morte che aveva come obiettivo di risolvere il momento incerto del cambiamento, quella fase liminale tanto temuta dai viventi in cui il corpo del defunto subiva una trasformazione irreversibile. Il processo era lungo, poteva attraversare diversi stadi in cui il corpo era sottoposto a successive fasi di colatura.
Una volta privato della parte putrescibile, il defunto era stabilizzato e per così dire neutralizzato.

san bernardino ossa santo stefano milano

Mauro Colombo
ottobre 2015 
maurocolombomilano@virgilio.it


martedì 6 ottobre 2015

Dal Banco Jarach al Banco di Roma (piazza Edison)


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L'attuale aspetto di piazza Edison (alle spalle di piazza Cordusio) non è certo dei più edificanti: in pratica è un vasto parcheggio.
La piazza, di forma vagamente triangolare, nacque poco prima della Grande Guerra, accorciando il vicolo e la contrada del Bocchetto, in ossequio al progetto di creare in zona una  cittadella della finanza, il cui primo tassello importante fu il palazzo del Broggi per la Banca d'Italia.
La piazza così creata (sacrificando ovviamente l'antico tessuto cittadino) risultò  racchiusa da questo palazzo, dal palazzo delle Poste (di Cesa Bianchi) e, come base di questi due lati, dal bel palazzo liberty detto "casa Lancia", edificio polifunzionale progettato nel 1907 dall'ingegnere Achille Manfredini (suo è anche il Kursaal Diana, tutt'ora visitabile).
1901: iniziano le demolizioni di via Bocchetto

Nel nuovo palazzo si trasferì quasi subito l'attività del "Banco Jarach e C.", fondato il 6 dicembre 1901 da Lazzaro Donati ed Emilio Jarach (figlio del banchiere Moisè Jarach), inizialmente con sede in via Armorari 4.
jarach edison lancia


piazza edison milano jarach
Edison Jarach Lancia Banco Roma Milano


Demolizione del Banco Jarach
bocchetto cordusio jarach
Demolizione banco Jarach
Purtroppo il bel palazzo liberty ebbe scarsa fortuna, visto che dopo circa  un trentennio venne abbattuto senza rimpianti,  per lasciare spazio alla nuova costruzione marmorea, in stile littorio, del Banco di Roma (con tanto di lupa capitolina). 
 
banco Jarach quasi demolito alle spalle Banco di Roma
rara foto: il banco jarach quasi scomparso

 
L'imponente quanto freddo edificio fu realizzato nel 1939 su disegno dell'architetto Cesare Soccimarro.
piazza edison milano banco roma











Mauro Colombo
ottobre 2015
ultimo aggiornamento: settembre 2021
maurocolombomilano@virgilio.it