Fuori Porta Vercellina/Magenta, lungo quel tracciato campestre che un tempo era la via Arzaga (che conduceva all'omonima, e antica cascina ormai scomparsa) sorgeva un cascinale dalle forme tipicamente settecentesche, chiamato Restocco.
Prendeva il nome dal fontanile che scorreva lì accanto, e che aveva la propria sorgente (testa) presso la cascina Maiera in via Pinerolo.
Prendeva il nome dal fontanile che scorreva lì accanto, e che aveva la propria sorgente (testa) presso la cascina Maiera in via Pinerolo.
Il piano regolatore fece nascere accanto a questa cascina piazzale Tripoli. L'edificio agricolo di vaste dimensioni si trovò così compreso tra le vie Caterina da Forlì, via Strozzi e via Ascanio Sforza (quest'ultima viuzza poi scomparve con l'ulteriore urbanizzazione; il toponimo lo troviamo oggi assegnato lungo il naviglio pavese).
Il cascinale fu per un certo periodo abitato dalle Suore Carmelitane, fino a che, abbandonato da queste, cadde in disgrazia (e divenne rifugio di sbandati).
Fu in queste misere condizioni che lo vide don Luigi Orione, nativo di Tortona, nel 1933, quando iniziò la ricerca di una località adatta a fondare l'opera pia che aveva in mente.
Giudicato il posto adatto, acquistò per mezzo milione di lire l'intero cascinale, le case e i terreni di pertinenza, e dopo alcune demolizioni e riconversioni, fondò nel 1934 la casa di accoglienza Piccolo Cottolengo Don Orione. Luogo di culto e soprattutto di assistenza per bambini e adulti poveri e affetti da gravi handicap fisici e mentali, ancora oggi conosciuto ed apprezzato.
Il complesso assistenziale crebbe notevolmente dopo la guerra, e con la costruzione di nuovi padiglioni, la cascina Restocco finì per essere quasi totalmente demolita (o, alcune parti, del tutto inglobate negli edifici di nuova costruzione).
Mauro Colombo
marzo 2018
maurocolombomilano@virgilio.it