La zona prescelta fu quella a ridosso del Castello e della Piazza d'Armi, verso il naviglio di san Gerolamo (oggi via Carducci).
Il progetto, redatto in accordo fra l'ufficio tecnico comunale e quello della Società della Ferrovia (poi Società Ferrovie Nord) portò alla costruzione di un edificio molto modesto: si trattava di un piccolo caseggiato in legno, con tetto a spiovente, quasi uno chalet alpino.
Mancano fotografie o disegni, ma possiamo credere che assomigliasse a quella della tramvia per Saronno e Tradate, posizionata poco più in là, sempre in Foro Bonaparte, poco dopo via Cusani.
Il progetto, redatto in accordo fra l'ufficio tecnico comunale e quello della Società della Ferrovia (poi Società Ferrovie Nord) portò alla costruzione di un edificio molto modesto: si trattava di un piccolo caseggiato in legno, con tetto a spiovente, quasi uno chalet alpino.
Mancano fotografie o disegni, ma possiamo credere che assomigliasse a quella della tramvia per Saronno e Tradate, posizionata poco più in là, sempre in Foro Bonaparte, poco dopo via Cusani.
Di fronte alla nuova stazione si trovavano i due caselli daziari, che controllavano le merci in arrivo.
Ben presto l'edificio ferroviario risultò insufficiente alla gestione del traffico, tanto da essere demolito e ricostruito in muratura nel 1895.
I bombardamenti angloamericani del 1943 distrussero il fabbricato, che venne ricostruito totalmente, secondo forme architettoniche moderne, all'inizio degli anni Cinquanta.
Recentemente, ha subito un restyling, caratterizzato dall'uso in facciata del colore verde.
Mauro Colombo
maggio 2017
maurocolombomilano@virgilio.it