Si può affermare che piazza Cesare Beccaria nacque sull'onda emozionale dell'abolizione in Italia, nel 1865, della pena di morte per i reati di diritto comune, avvenuta proprio nel centenario della pubblicazione del celebre "Dei delitti e delle pene".
Per l'occasione, infatti, un comitato cittadino chiese a gran voce di ricordare e celebrare il famoso giurista milanese con un degno monumento. Cesare Beccaria, ricordiamo, era nato in via Brera, nel palazzo che oggi lo ricordo con ua targa.
Nel 1868 il Comune promosse un apposito bando di concorso per la realizzazione di una statua, e vincitore risultò essere Giuseppe Grandi.
Fu questa una delle prime importanti realizzazioni dell'artista, anche se Milano lo ricorda soprattutto per l'imponente monumento alle Cinque giornate.
Grandi predispose una statua a figura intera, in pietra, posizionata su un basamento in granito bianco di Montorfano (famose cave non distanti da quelle di Candoglia).
Si progettò che il monumento venisse collocato nello slargo ottenuto con la contestuale demolizione della casa del boia, all'epoca accanto al palazzo del Tribunale, già del Capitano di Giustizia (ora sede del Comando Polizia locale).
Insomma, una scelta con forte valore simbolico.
Insomma, una scelta con forte valore simbolico.
In seguito alle demolizioni nacque così la piazza (venne sacrificata la parte finale della contrada di san Martino o del Tribunale, e sparirà poi il vicolo Zenzuino).
Piazza e monumento vennero ufficialmente inaugurate, alla presenza dello scultore, delle autorità e del popolo accorso in massa, il 19 marzo 1871.
La statua, purtroppo, non sopportò a lungo le intemperie, e così nel 1914, ormai deteriorata a causa della consunzione della pietra utilizzata, fu sostituita con una fedele copia in bronzo, la stessa che vediamo ancora oggi.
L'originale fu posizionato (dopo essere rimasto per anni in un magazzino comunale) all'interno del Palazzo di Giustizia, in corso di Porta Vittoria, dove è oggi visibile.
L'originale fu posizionato (dopo essere rimasto per anni in un magazzino comunale) all'interno del Palazzo di Giustizia, in corso di Porta Vittoria, dove è oggi visibile.