La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo

La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo
Anche su Instagram

venerdì 10 aprile 2015

Porte e pusterle medievali

milano medievale

Smantellata un poco alla volta, durante i secoli delle invasioni barbariche, la cinta muraria di epoca romana (voluta da Ottaviano Augusto nel I secolo a.C.), Milano si dotò di una nuova difesa, circolare e più vasta della precedente,  a partire dal 1155, secondo il progetto di  mastro Guintellino. Consisteva in  un profondo fossato, nella parte verso la campagna, affiancato, nella parte verso la città, da un terrapieno formato dal materiale di risulta dello scavo del fosso. Fu detta cintura dei terraggi.

milano trecento mura


LE MURA MEDIEVALI
Dopo le devastazioni compiute dal Barbarossa, sui resti di questa cinta fortificata si iniziarono (all'incirca nel 1171) i lavori per una più efficace linea difensiva, questa volta in muratura.
La nuova cerchia di mura a difesa della città aveva sette aperture principali (porte) per consentire un agevole scambio con il contado circostante. Inoltre, per agevolare ulteriormente gli scambi, vennero aperti, con il tempo, altri numerosi varchi di piccole o medie dimensioni, per un totale di dodici (detti pusterle).
In linea di massima, le porte erano costruite con due fornici (due archi di transito), mentre  le pusterle avevano un fornice solo (anche se non mancarono eccezioni in entrambi i casi).
Il fossato scavato a protezione delle mura divenne la Cerchia dei navigli, o fossa interna.
Le porte realizzate erano in asse con le più antiche porte di epoca romana, delle quali infatti presero il nome.
Ogni porta, ma anche ogni pusterla, venne il più possibile fortificata, in modo da diventare  piccoli ma robusti castelletti difensivi. Alcune divvennero delle "rocchette".

LA PORTA GIOVIA E IL CASTELLO
castello milano mura gioviaLa porta Giovia, toccata in sorte a Galeazzo II Visconti nella spartizione della città (cui parteciparono anche Matteo II e Bernabò), fu da questi resa più massiccia e complessa: la rocca Giovia divenne così il primo nucleo del castello visconteo, realizzato tra  il 1358 e il 1368 (che verrà poi ingrandito da Filippo Maria).
La realizzazione del castello  fece così sparire la porta Giovia, che infatti da ora risulta sopravvivere idealmente al suo interno, tra la corte ducale e la piazza d'armi (tra le quali ancora è ammirabile parte di quello che un tempo era il fossato cittadino, ora detto "fossato morto").



stemmi sestieri di MilanoLE SEI PORTE
Le altre sei porte di Milano diedero il nome ai sestieri cittadini: la Vercellina, la Comasina, la Nuova, l'Orientale, la Romana e la Ticinese.









Vercellina
Sull'asse della strada per Vercelli, si trovava dove oggi abbiamo l'incrocio tra corso Magenta e via Carducci.


Comasina (o Comacina)
milano porta tenagliaSull'asse di via Ponte Vetero-via Mercato, era così detta per essere posta sulla direttrice della città di Como,  probabilmente ricalcante una via preromana.
Non sopravvisse a lungo: fu demolita già nel XVI secolo, quando le difese del Castello iniziarono ad espandersi, fino a travolgerla facendola scomparire (fortificazioni dette della Tenaglia, sulla cui struttura si sono scritti fiumi di inchiostro).

Nuova
Con la Ticinese, è sopravvissuta fino a noi. Costruita sull'asse stradale dell'attuale via Manzoni, presenta il classico doppio fornice (cui vennero aggiunte recentmente le piccole uscite laterali).

milano porta nuova


Orientale (o Renza, dal precedente nome romano Argentea)
Sulla via per l'Adda e quindi per Bergamo.

milano porta orientale



milano porta romanaRomana
Aperta sulla via per il sud (Lodi, e quindi Roma), fu costruita con le pietre del demolito arco trionfale d'epoca romana che sorgeva ove oggi c'è lo slargo della Crocetta, questa porta avrebbe dovuto essere difesa da due possenti torri, una sola delle quali fu però portata a compimento. Dagli inizi del Trecento fu ampliata e rinforzata da Azzone Visconti, mentre dal successore Bernabò venne ingrandita fino a farne un fortilizio autonomo, che finì con il chiamarsi Rocchetta di porta romana.
Diroccatasi nel periodo della Repubblica Ambrosiana, la torre fu adibita a carcere. Nel 1793 ne venne deciso l'abbattimento.

Ticinese
Unica tra le porte ad avere un solo fornice a tutto sesto (le aperture pedonali ai lati sono di epoca moderna, ricavati nel 1861 durante i lavori di "restauro" creativo, con tanto di merli guelfi!), fu per questo ribattezzata dagli Spagnoli dominatori "cicca".
Si apriva sulla direttrice per Pavia (e il Ticino).
Sopravvive assieme alla Nuova.
La vediamo in alcune immagini, prima e dopo il restauro del 1861.

porta ticinese milano

 
porta ticinese






LE  PUSTERLE
Con il passare dei secoli, l'ingrandirsi della città e il popolarsi del contado resero insufficienti le sei porte cittadine. Per evitare lunghi tragitti tra una porta e l'altra, vennero realizzati altri varchi minori.
Vennero così a formarsi le seguenti pusterle.

Pusterla di Monforte
Sull'asse dell'odierno omonimo corso cittadino.

Pusterla Tosa 
Demolita nel 1790, era sull'asse dell'attuale largo Augusto-corso di porta Vittoria.

milano pusterla lodovicaPusterla Lodovica (già Pusterla di Sant'Eufemia)
Si trovava sulla strada per San Celso, oggi corso Italia. Voluta da Lodovico il Moro ed eretta nel 1496, secondo alcuni essa avrebbe sostituito la precedente Pusterla di Sant'Eufemia, risalente al XII secolo. Tuttavia secondo altri essa sarebbe andata avanti a coesistere insieme alla precedente Pusterla di Sant'Eufemia, rivolte rispettivamente la prima verso sud-est, la seconda verso sud-ovest. Demolita nel 1827.



Pusterla della Chiusa o di san Lorenzo
Si trovava alle spalle di san Lorenzo, nella zona della chiusa della Vettabia, che qui raccoglieva le acque di Vepra, Nirone e Seveso. A difesa della pusterla e della chiusa, venne realizzata una piccola rocchetta con tanto di torre, detta "dell'imperatore".
La pusterla venne demolita sul finire del Settecento. La torre dell'imperatore sopravvisse, rimaneggiata, ancora a lungo.

torre dell'imperatore

Pusterla dei Fabbri, o Fabbrica
Si trovava sull'asse via Correnti-corso Genova, sorgeva dove oggi si trova l'aiuola spartitraffico di piazza resistenza partigina. Ne fu decisa la demolizione il 6 marzo 1900, nonostante si battessero per la sua salvaguardia il pittore Conconi e il Beltrami.
Nel giugno dello stesso anno venne rasa al suolo, e il fornice lato campagna fu trasportato per la sua conservazione al Castello, dove ancora si trova.

milano pusterla dei fabbri



Pusterla di Sant'Ambrogio
Realizzata accanto alla basilica omonima, sopravvisse fino agli anni trenta, seppur quasi irriconoscibile in quanto inglobata negli edifici che le erano sorti attorno.
Nel 1937 vi pose mano Gino Chierici, che in breve ricostruì la pusterla secondo un'idea di manufatto medievale molto discutibile, come oggi possiamo vedere.
Nelle foto, prima dei restauri.

pusterla sant'ambrogio milano

pusterla di sant'ambrogio

Pusterla delle Azze
Si trovava a lato della porta Giovia, e come questa finì con  lo scomparire con la realizzazione del castello visconteo, che di fatto la inglobò.

milano pusterla beatricePusterla Beatrice 
Sull'asse viario di via Brera-via Solferino. Pur esistendo da tempo e conosciuta con il nome di pusterla del guercio, fu Ludovico il Moro ad occuparsi della sua sistemazione. Al termine dei lavori la dedicò alla conseorte Beatrice d'Este. Demolita nel 1860.



Pusterla di San Marco
Sull'asse di via Borgonuovo, conduceva fuori città all'altezza della zona absidale della chiesa di san Marco.

Pusterla del Borgo Nuovo
Sull'asse stradale di via sant'Andrea.

mauro colombo
maurocolombomilano@virgilio.it
aprile 2015