La seconda metà dell'Ottocento vide la diffusione anche in Italia dello stile architettonico neoromanico, ispirato allo stile romanico in voga nei secoli XI e XII.
Così, molte chiese milanesi di epoca romanica, che nei secoli avevano perso il loro primitivo stile avendo assunto l'aspetto barocco o neoclassico, furono oggetto di pesanti restauri alle facciate, finalizzati a riportarle ad un ipotetico primitivo aspetto.
Si crearono così dei vistosi falsi storici, e quel che è peggio, molte chiese finirono con l'assomigliarsi in maniera molto spiccata.
Di seguito, i 9 casi più evidenti.
Di seguito, i 9 casi più evidenti.
San Babila
Tra il 1881 e il 1890 l'architetto Paolo Cesa Bianchi restaurò la basilica, riportandola alle forme originarie con l'aggiunta della facciata neoromanica, completata nel 1905 dall'architetto Cesare Nava.
San Calimero
Vi intervenne Angelo Colla fra il 1881 e il 1884, e la facciata neoromanica da lui elaborata fu esplicitamente intesa fin
dagli inizi più come un rifacimento di fantasia che come un vero e
proprio restauro.
Sant'Eufemia
Nel 1870 l'architetto Enrico Terzaghi creò l'attuale alta aula centrale eliminando tre campate. Per motivi statici la chiesa venne anche allungata di una campata e quindi rifatta la facciata in stile neoromanico.
Vediamo la vecchia facciata nel dipinto del Bellotto e in una foto ottocentesca. Infine, dopo i restauri.
Sant'Eustorgio
Fino al 1864, stampe, dipinti e (rarissime) foto mostrano la basilica di S.Eustorgio con la sua primitiva facciata, caratterizzata dal grande rosone in corrispondenza della navata centrale.
Il restauro in stile neoromanico, compiuto dall'ingegnere Giovanni Brocca tra il maggio 1864 e l'agosto 1865
le diede la tipica forma a capanna, con archetti
sporgenti al di sotto del cornicione superiore, tre portali sormontati
ciascuno da una lunetta musiva, una bifora sopra il portone centrale e
due monofore sopra quelli laterali.
San Giovanni in Conca
La chiesa era già sconsacrata e mal ridotta quando intervenne Angelo Colla nel 1881 per ripristinarne l'aspetto romanico. A differenza di altre chiese, qui il rosone centrale era sopravvissuto.
Purtroppo la chiesa fu successivamente demolita per motivi viabilistici, legati allo sviluppo di piazza Missori, via Mazzini e via Albricci. Oggi sopravvive un moncone di abside e la cripta.
La facciata del Colla fu salvata e da lui stesso riposizionata (con leggere modifiche) sulla chiesa valdese di via F. Sforza.
San Marco
Qui intervenne Carlo Maciachini nel 1871, che ideò il rosone centrale e costruì i pinnacoli.
Santa Maria incoronata
Situata in corso Garibaldi, ha la particolarità di essere una delle due sopravvissute chiese doppie di Milano.
La facciata attuale è il frutto dei restauri di inizio novecento.
San Sepolcro
La facciata neoromanica nacque negli anni 1894 - 1897 a opera di Gaetano Moretti e Cesare Nava. Poco dopo, nel 1903,
i due campanili vennero resi gemelli abbassando quello di destra
all'altezza originaria, e l'affresco del Bramantino che era collocato
sopra il portale venne staccato e trasferito all'interno della chiesa.
San Simpliciano
Intervento del Maciachini del 1870, soprattutto nella parte alta, per creare due trifore laterali, due bifore centrali, una trifora in alto ed archetti decorativi.
Santa Maria del Carmine
Anche l'attuale facciata di questa chiesa fu realizzata nel 1880 per opera del Maciachini, in stile neoromanico lombardo.
Qui però (a differenza di tutte le altre chiese di cui si parla) non esisteva alcuna facciata, essendo la chiesa rimasta incompiuta fin dal XV secolo.
Qui però (a differenza di tutte le altre chiese di cui si parla) non esisteva alcuna facciata, essendo la chiesa rimasta incompiuta fin dal XV secolo.
Mauro Colombo
marzo 2017
maurocolombomilano@virgilio.it