Nato a Nizza nel 1812, fu arruolato come artigliere nell'Armata sarda, per poi prestare servizio nella legione straniera.
Entrato a far parte dell'esercito d'Egitto, si distinse per il coraggio e l'ardimento, ricevendo elogi e ricompense.
Dopo essersi dedicato ai commerci, saputo dell'intenzione di Milano di insorgere contro gli Austriaci invasori, entrò in città verso il 15 marzo.
Messosi a disposizione del Comitato insurrezionale, prese il comando della Guardia civica forte della sua preparazione militare.
Fu l'Anfossi a guidare, il 21 marzo, il famoso assalto al palazzo del genio militare, in mano agli Austriaci, che all'epoca si trovava in via Monte di Pietà (fu poi demolito nel 1867, per lasciare posto alla Ca' de Sass del Balzaretto). Qui combattè valorosamente affianco a Pasquale Sottocorno.
Tuttavia, nella furibonda guerriglia che si sviluppò tra insorti e Austriaci, l'Anfossi fu colpito gravemente. Morì poco dopo, ma come racconta la leggenda, non prima di aver appreso che i Milansei avevano vinto.
Il fratello Francesco (che non brillò nè prima nè dopo le Cinque giornate, anzi), si mise a capo della neonata Compagnia della morte Augusto Anfossi (che presto arrivò a contare 500 membri).
La Compagnia, schierata in piazza san Fedele, presenziò alle esequie di Augusto Anfossi, che si tennero nella omonima chesa il 3 aprile seguente.
Mauro Colombo
marzo 2019
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