Uno dei più importanti teatri del mondo, la Scala, fu realizzato in seguito ad un evento drammatico: l'incendio del vecchio regio teatro di corte, ospitato nel palazzo reale.
Quando se ne decise la ricostruzione, si volle sfruttare l'occasione per edificare un teatro di più vaste proporzioni, non solo per numero di palchi ma anche per ampiezza del palcoscenico.
La corona austriaca mise a disposizione un terreno demaniale, quello dove sorgeva la chiesa gotica di Santa Maria della Scala, risalente al 1381.
Ai finanziatori del teatro l'idea piacque: lo spazio era vasto e con l'acquisto di alcuni terreni contigui, si riuscì ad avere (quasi) lo spazio necessario per poter edificare quello che il Piermarini aveva progettato: un teatro degno di Milano.
Nessun rimorso quindi quando nel 1776 fu abbattuta l'antica chiesa.
E dopo due anni di lavori, nel 1778 il regio ducal teatro venne inaugurato, precisamente il 3 agosto di quell'anno. Andò in scena l'Europa riconosciuta, del Salieri.
Ecco la Scala come appariva in una delle prima incisioni che le vennero dedicate; a sinistra vediamo la parte ancora incompiuta.
Dopo quasi una cinquantina d'anni di attività, la facciata del teatro si "allungò" verso la via S.Margherita: venne infatti edificata nel 1832 una costruzione porticata nello stesso stile piermariniano, che subito ospitò i locali della Ricordi (l'edificio fu detto appunto: casino Ricordi). Oggi questa porzione di teatro ospita il Museo. Ecco una stampa d'epoca:
Questa invece è una delle prima foto che abbiamo del Teatro: siamo a metà Ottocento, la Scala è ancora senza piazza, come ci mostra una mappa cittadina del 1856.
Il palazzo Marino faceva corpo unico con delle misere case che con i secoli gli si erano affiancate, deturpandolo. Il dado enorme di casupole si era spinto fino a pochi metri dal portico scaligero, creando due contrade: quella del Marino e quella di san Giovanni alle case rotte.
Fu l'imperatore Francesco Giuseppe, durante la sua visita in città del 1857 a decretare l'abbattimento degli edifici, per dar vita alla piazza.
Così, nel 1858 la municipalità fece demolire l'isolato di modeste case che soffocava anteriormente la Scala, creandole innanzi la vasta piazza, subito detta "del Teatro", poi nel 1865 battezzata "della Scala".Ora bisognava trasformare la nuova piazza in qualcosa che fosse più di un semplice slargo tra le case. La bella pavimentazione aveva dimostrato ancora di più quanto risultasse vuota al centro, nonostante la piantumazione, come vediamo in questo scatto del 1870 circa.
Si iniziò con il progetto dello scultore Magni, che ideò il monumento dedicato a Leonardo Da Vinci (e ai suoi quattro allievi): l'opera fu inaugurata il 4 settembre 1872.
Ecco il monumento con il basamento originale.
Ed ecco verso il 1875 il monumento modificato nel basamento, e la piazza nel suo complesso.
Nel frattempo, avanzava il cantiere per la attesissima galleria coperta, del Mengoni, dedicata a Vittorio Emanuele II. Finalmente nel 1867 fu solennemente inaugurata alla presenza dello stesso sovrano, e piazza della Scala si abbellì ospitando il grandioso voltone di ingresso.
La piazza aveva ora due lati armoniosi (quello del teatro e quello della galleria, accanto alla quale sorgeva fin dal 1855 un palazzetto pregevole con intersi in terracotta: casa Brambilla del Pestagalli) e due lati ancora costituiti da caseggiati di infelice aspetto.
Soprattutto il lato occupato dal retro di palazzo Marino, che non era mai stato portato a termine, a differenza delle altre tre facciate cinquecentesche (quella su piazza san Fedele, quella su contrada del Marino e quella su contrada di san Giovanni alle case rotte). Ecco la situazione come appariva:
Intervenne allora l'architetto Luca Beltrami, che realizzò la quarta facciata del palazzo, copiando le altre tre: ecco così nel 1892 sistemato anche il penultimo lato della piazza; nella foto, si smontano i ponteggi.
A questo punto, mancava il quarto lato: ci pensò ancora una volta il Beltrami: nel 1907 iniziarono (non senza infortuni sul lavoro) le demolizioni delle abitazioni in contrada di San Giovanni alle case rotte, appartenenti quasi tutte alla contessa Janette dal Verme, salvo l'ultimo edificio d'angolo di proprietà del De Marchi.
Cadde (purtroppo) anche l'omonima chiesa a queste contigua. Molte delle opere d'arte ivi custodite erano già stata spostate in altre chiese. L'altare finì a Viconago, presso Luino; molte opere in san Bernardino e san Fedele; la pala di Salvator Rosa in Brera.
Dopo un veloce biennio di lavori edili, ecco il nuovo e monumentale palazzo, quello della banca commerciale italiana, nel 1911.
Ecco la piazza nel 1914:
Ed il Beltrami, che ormai ci aveva preso la mano, intervenne anche sull'ottocentesca casa Brambilla che resisteva accanto all'arco di ingresso della galleria: nel 1924 fu demolita e sostituita con un nuovo palazzo, anch'esso per la commerciale italiana (palazzo che poi diverrà la ragioneria comunale).
Gli interventi successivi furono esclusivamente finalizzati a mutare più volte la disposizione delle aiuole attorno al monumento a Leonardo, a creare un parcheggio ed una rotatoria, ed infine a pedonalizzare l'intera area, riportandola alla sua configurazione tardo ottocentesca.
Ricapitoliamo i passaggi che portarono alla nascita dell'attuale piazza:
1776: demolizione della chiesa di santa Maria della Scala
1778: inaugurazione del nuovo teatro
1832: completamento della facciata teatrale con il casino Ricordi
1858: demolizione dell'isolato innanzi al teatro e apertura della nuova piazza
1872: monumento a Leonardo
1877: inaugurazione della galleria
1892: nuova facciata di palazzo Marino sulla piazza
1911 inaugurazione del nuovo palazzo BCI
1924 inaugurazione del secondo palazzo BCI
mauro colombo
settembre 2014
ultimo aggiornamento: giugno 2017
ultimo aggiornamento: giugno 2017
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