Nel 1927 furono
approvati i progetti urbanistici per collegare agevolmente, secondo i dettami
in voga all'epoca, piazza della Scala a corso Venezia: si vennero
così a creare ben presto sia la nuova piazza Crispi (oggi Meda),
sia il corso Littorio (oggi Matteotti).
Gli sventramenti e le
demolizioni necessari per tale rivoluzione toccarono anche piazza san Babila,
che pagò un alto prezzo in termini di patrimonio storico, come del resto tutta
la zona interessata.
Negli immensi spazi così creati dall'ideale fascista di
ordine, pulizia e maestosità, si sfogò la megalomania delle banche, che
fecero innalzare le loro imponenti sedi: in piazza Crispi, la Banca Popolare di Milano si
affidò al progetto di Giovanni Greppi, mentre al Portaluppi la Banca
Commerciale italiana (che già aveva nel decennio precedente imposto la sua
presenza in piazza Scala grazie al Beltrami) affidò la costruzione
dell'edificio da erigersi proprio accanto al palazzo degli Omenoni, in via Case Rotte.
Il
progetto del Portaluppi (che contestualmente si dedicò anche al restauro dello
stesso palazzo degli Omenoni, adottando decisioni alquanto discutibili
soprattutto per la ripartizione degli interni) prevedeva un massiccio corpo di
fabbrica con colonne e una torre rappresentativa.
Nel 1930 l'edificio risultava
ormai completato, grazie alla celerità della "società anonima Ferraresi e
Gandini costruzioni edili Milano", come testimoniano le foto dell'epoca e
soprattutto la data che era incisa alla base della torre, esattamente sul bordo di una
piccola fontana ornamentale (MCMXXX - IX: 1930, 9° anno dell'era fascista).
Quasi all'altezza del primo piano della torre, esisteva una nicchia con un altorilievo raffigurante una figura femminile nuda. La trovata del Portaluppi non ebbe largo
apprezzamento, e al montare delle proteste di benpensanti e puritani, scattò la
censura. Si dovette così rimettere mano alla base della torre, e dopo il 1931
nicchia e donna nuda vennero rimosse.
La scultura venne
riposizionata all'interno del cortile, in modo che il corpo nudo risultasse
visibile solo ai frequentatori del palazzo e non più ai passanti. La fontana
venne rimossa in data successiva, forse perchè danneggiata.
Mauro Colombo
gennaio 2017
maurocolombomilano@virgilio.it