Lungo il naviglio pavese, all'altezza della quarta conca, nel comune di Zibido San Giacomo (frazione di Moirago),
si incontra questo vasto complesso rurale, che trova origine in
un edificio monastico del 1300.
Successivamente, almeno dal 1406, il complesso passa alla famiglia Caimi (nobile famiglia milanese, originaria della Germania, stabilitasi a Milano fin dal secolo XI), grazie alla quale la vasta tenuta raggiunge l'assetto attuale, soprattutto nel corso
del 1700, per poi essere completato e ingrandito nel primo quarto
dell'Ottocento, in concomitanza con l'apertura del naviglio.
Nel 1868 l'ultimo esponente della famiglia, il marchese Filippo Ala
Ponzone, vende i possedimenti in Moirago, ereditati dalla madre Maria
Visconti Ciceri Bagliotti Caimi Ala Ponzone, a Luigi Salterio che li
conduceva come affittuario già dal 1837.
I Salterio risiedono da allora continuativamente nella Villa, e
partecipano alla vita e all'amministrazione comunale. A
partire dalla fine '800 intraprendono la realizzazione di opere a
beneficio della collettività: il cimitero (1885), le case operaie
(fine 800), l'asilo infantile (1925), edifici tuttora presenti a Moirago.
Nel Novecento il complesso si è arricchito di ulteriori costruzioni.
L'impianto della vasta tenuta è caratterizzato da una bella villa padronale, porticata,
arretrata rispetto al Naviglio, circondata da edifici per l'attività
agricola: la casa del fattore, le abitazioni dei salariati, la grande
stalla.
Questo edificio è abbellito da sette busti scolpiti in terracotta che rappresentassero artisti, pittori, giuristi e letterati:
Questo edificio è abbellito da sette busti scolpiti in terracotta che rappresentassero artisti, pittori, giuristi e letterati:
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Tiziano
Vecellio per la pittura ritrattistica profana
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Antonio
Canova per la scultura
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Cesare
Beccaria per la giurisprudenza
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Benvenuto
Cellini per l’oreficeria
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Niccolò
Machiavelli per la politica
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Bernardino
Luini per la pittura sacra
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Giuseppe
Parini per la poesia
Non manca la torre colombaia, che risponde alla doppia
esigenza di luogo per l'allevamento dei colombi, e di torretta per il
controllo dei campi circostanti, nonchè dei barconi in movimento sul
naviglio.
L'intero borgo agricolo è cinto per due lati da un muro in mattonato, accanto al quale scorre una roggia.
Il lato che si affaccia sulla strada alzaia è invece protetto da una lunga, monumentale, cancellata.
L'impatto visivo è molto scenografico, e negli ultimi anni (dopo decenni di incuria e colpevole abbandono) è stato avviato un importante progetto di salvaguardia e ripristino non solo degli edifici ma anche del valore culturale che il cascinale ha per la zona.
Attualmente lo stallone è aperto al pubblico, trovandovi ospitalità laboratori, sale conferenze, una biblioteca. E' sede del Museo del Gusto.
Attualmente lo stallone è aperto al pubblico, trovandovi ospitalità laboratori, sale conferenze, una biblioteca. E' sede del Museo del Gusto.
I lavori non sono terminati, il progetto dovrebbe portare anche alla realizzazione di una zona residenziale.
Ricordo che la terza conca del naviglio pavese (quindi più vicina a Milano) si caratterizza per la presenza del rudere, un tempo fabbrica, delle Filatures de Schappe.
Ringrazio Andrea Alessandro Pellini per le informazioni contenute nel suo scritto
I
Busti in terracotta di Villa Salterio
Mauro Colombo
maggio 2019
maurocolombomilano@virgilio.it