La basilica di san Lorenzo maggiore è una delle più antiche chiese cristiane milanesi, edificata tra il III e il IV secolo. Celebri anche le 16 colonne di epoca romana che le si parano innanzi, ancora oggi circondate da un certo mistero per quanto riguarda la loro reale provenienza.
Durante i tanti secoli di vita, la basilica è stata rimaneggiata più volte, da ultima fu interessata da lavori la facciata, realizzata su intervento dell'architetto Cesare Nava alla fine dell'ottocento. In tale occasione, venne costruito il pronao.
La magnificenza dell'edificio religioso venne esaltata però solo a partire dagli anni 30 del novecento, per interessamento del podestà Visconti di Modrone (lo stesso che aveva dato il colpo finale alla copertura del naviglio della fossa interna).
Fino ad allora, infatti, alla chiesa erano addossate numerose costruzioni di scarso valore architettonico, perlopiù caseggiati popolari sorti negli ultimi secoli. La basilica non solo era soffocata alle spalle, verso l'attuale piazza Vetra, ma soprattutto davanti.
Il sagrato era infatti occupato da un umile isolato di edifici popolari.
Attraverso un arco, dal corso di porta Ticinese si poteva raggiungere la basilica.
LE DEMOLIZIONI
Attraverso un arco, dal corso di porta Ticinese si poteva raggiungere la basilica.
L'arco, dal Corso alla basilica |
LE DEMOLIZIONI
Nel 1935 iniziarono le demolizioni, che portarono, terminati i lavori di abbattimento, ad avere il vasto sagrato attuale.
Al centro del quale, nel 1937, venne posizionata la statua bronzea dell'imperatore Costantino (quello dell'editto di Milano), copia moderna della statua originale conservata a Roma.
Seguirono, sempre nel 1937, i lavori di sistemazione dei binari sul corso, che avevano risentito inizialmente di una strozzatura.
IL PROBLEMA DEI BINARI
IL PROBLEMA DEI BINARI
Purtroppo il nuovo sagrato fu un regalo che i milanesi poterono godersi poco, vista la decisione presa all'inizio degli anni 50 da ATM e Comune di posarvi i binari del tram, che fino ad allora aveva sempre circolato accanto alle colonne, mettendole però a repentaglio (si iniziava a temere che i nuovi tram, più pesanti, le facessero crollare).
Per allontanare le vetture dal manufatto romano, si pensò insomma di creare un circuito diverso, che alla fine si trovò a scorrere tra chiesa e colonne. Per far ciò venne demolito il muro che fino ad allora chiudeva la piazza.
Questa decisione, seppur presa in buona fede per salvaguardare le colonne e pure il necessario passaggio del tram sul corso, rovinò per decenni l'effetto scenico.
Solo recentemente i binari sono stati tolti definitivamente dal sagrato, riportandone uno solo (è un senso unico alternato) accanto alle colonne, grazie alle nuove tecniche costruttive (binari ammortizzati) e con limiti di velocità per i tram.
Mauro Colombo
aprile 2019
maurocolombomilano@virgilio.it