Percorrendo corso Vittorio Emanuele (l'antica Corsia dei Servi), camminando sotto i portici dei civici dispari, esattamente al 13, ci si imbatte in una mitica figura cittadina: la statua, meglio altorilievo, detta "Omm de preja" (uomo di pietra), o anche "Scior Carera" ("Scior" si legge "sciur" e significa Signore). Quest'ultimo nomignolo nasce per via dell'iscrizione incisa sulla lapida posta sotto la scultura, che recita: "Carere debet omni vitio, qui in alterum dicere paratus est" (cioè, deve essere senza vizio chi è pronto a criticare gli altri).
La statua è sicuramente di origine romana (III secolo?), e raffigura un personaggio di spicco, abbigliato con la toga. Forse era un magistrato, un funzionario della Roma imperiale, forse un prefetto, per alcuni addirittura Cicerone.
Oltre ad essere danneggiata (è monca), si nota come la testa sia di diversa fattura e di realizzazione molto più tarda, certamente alto medioevale, e sostituisce di fatto quella che doveva essere la testa originale.
Fino al secondo conflitto mondiale la statua era posta sulla facciata di un palazzo ottocentesco che si trovava al posto di quello, moderno, che vediamo oggi. Ed era incastonata all'altezza del primo piano.
Demolito l'antico palazzo purtroppo danneggiato dai bombardamenti angloamericani, la statua si salvò e fu posizionata sotto il moderno portico, dove la vediamo oggi.
Si nota in giallo la Statua quando era al primo piano dello scomparso palazzo |
Per un lungo periodo, la statua (che rimase per anni a livello strada, nell'ottocento) fu utilizzata da qualche temerario milanese quale bacheca per versi satirici contro il potere dell'epoca, come avveniva a Roma per la statua del pasquino, la "statua parlante".
Andando un po' più indietro nei secoli, scopriamo che il nostro Scior Carera si trovava un tempo nella chiesa di san Giorgio "alla nocetta", poi "al pozzo bianco", detto anche "alamanno".
La chiesa, attestata fin dal XIV secolo, era in via san Pietro all'orto, ma sconsacrata e soppressa sul finire del Settecento, la relativa Parrocchia venne aggregata a quella di san Carlo al Corso. Dell'edificio non si hanno più notizie dalla fine del Settecento, quando venne sicuramente demolita.
Ma il mistero ancora resta. Che ci faceva una statua di un togato romano dentro ad una chiesa cristiana? E per di più con una testa non sua?
Per antica leggenda (poi smentita da storici più moderni) la chiesa era sorta per lascito generoso del vescovo milanese Adelmano (eletto nel 948- dimessosi nel 953). Che vi trovò anche sepoltura.
E in suo onore, all'interno, i suoi discendenti (la famiglia Manclozzi) posero una statua che lo ricordasse. Ma con senso molto pragmatico, pensarono bene di riciclare un'antica scultura romana, ormai inutilizzata. Le si staccò però la testa, per sostituirla con una scolpita per l'occasione, naturalmente somigliante, nelle fattezze, al generoso vescovo.
Una statua insomma con una lunga vita alle spalle, posizionata in più luoghi a seconda delle stagioni, utile ad una nobile famiglia e per più recenti pasquinate.....chissà se lo scultore romano si immaginava una vita così avventurosa per la propria opera artistica!
Mauro Colombo
gennaio 2020
maurocolombomilano@virgilio.it