Ludovico Maria Sforza ("il Moro"), quartogenito della coppia ducale che sancì il passaggio dalla signoria dei Visconti a quella degli Sforza, nacque a Milano (o a Vigevano?) nell'estate del 1452.
Così comunicò il lieto evento Bianca Maria Visconti al consorte Francesco Sforza, in una lettera datata 8 agosto 1452:“(…) ho avisata la Illustre Signoria Vostra como mediante la divina
gratia ho aparturito uno bello fiolo (…), se degni de pensare de metergli un
bello nome ad ciò che’l supplisca in parte alla figura del puto che è il
più sozo de tuti li altri”.
Senza soffermarci su come riuscì Ludovico ad ottenere il potere sul Ducato (in seguito all'assassinio del Duca reggente suo fratello, Galeazzo Maria, morto il 26 dicembre 1476, liberandosi progressivamente di suo figlio Gian Galeazzo, della moglie reggente pro tempore Bona di Savoia e del fidato consigliere-uomo ombra Cicco Simonetta), la storia ci insegna che egli divenne Signore reggente di Milano nell'estate del 1479, a 27 anni d'età.
FIDANZAMENTO E MATRIMONIO CON BEATRICE D'ESTE
Per i ben conosciuti meccanismi politici secondo i quali le alleanze tra Territori passavano per mirati e organizzati matrimoni di interesse, Ludovico si fidanzò nel 1480 con regolare contratto con Beatrice d'Este, figlia di Ercole I d'Este signore di Ferrara e di Eleonora d'Aragona. La prima scelta sarebbe stata la sorella maggiore, Isabella D'Este, ma questa risultava già promessa ad altri. In quel momento, la fidanzata aveva 5 anni, lui 28. Nonostante Ludovico fosse turbato da tale differenza d'età, visto che avrebbe dovuto attendere circa un decennio per il matrimonio vero e proprio e quindi per avere l'opportunità di generare un erede, accettò speranzoso.
Si registrarono fin da subito non pochi malumori e battibecchi, tra Ludovico e il suocero estense, visto che il primo voleva subito Beatrice per educarla secondo il costume milanese, mentre il suocero voleva lasciarla là dove si trovava, cioè a Napoli presso il nonno materno Ferrante re di Napoli.
Alla fine, per accontentare almeno in parte Ludovico, si decise che la bambina avrebbe vissuto alla corte estense, in quel di Ferrara, dove i costumi e la lingua eran più simili a quelli milanesi rispetto a quelli ispano-napoletani della corte aragonese. Del resto, la piccola Beatrice parlava e scriveva in un miscuglio di catalano, castigliano e italiano.
Finalmente, il 18 gennaio 1491 (dopo un avventuroso viaggio della sposina, accompagnata dalla sorella maggiore Isabella, durato circa due settimane sul Po ghiacciato e strade impraticabili per neve e fango, da Ferrara a Milano), Beatrice e Ludovico convolarono a nozze nel castello di Pavia.
Il 25 gennaio del 1493 nacque il loro primogenito, Ercole Massimiliano.
Mentre il secondo, Sforza Francesco, nacque nel 1495.
Sappiamo che la coppia fu e si mostrò sempre molto innamorata, e che Ludovico tenne sempre Beatrice in immensa considerazione. Cadde per questo in grave depressione quando la giovane moglie morì dando alla luce (non vitale) il loro terzogenito, all'alba del 3 gennaio 1497 (anche se negli ultimi mesi i rapporti tra i coniugi si erano fatti alquanti freddi se non ostili a causa del comportamento di Ludovico, troppo attaccato all'amante di quel periodo).
Riepilogando le date del 400 più importanti della sua vita fin qui viste, ricordiamo che Ludovico:
- nasce nel 52
- diventa signore reggente del ducato nel 79
- si fidanza nell' 80
- contrae matrimonio nel 91
- ha il primo figlio nel 93
- ha il secondo figlio nel 95
- rimane vedovo nel 97
LE AMANTI
Ma quante altre donne Ludovico tenne presso di se, sia durante il fidanzamento, sia durante il matrimonio con Beatrice? E da queste, quanti figli ebbe oltre ai due avuti dalla consorte?
Di incertezze, ipotesi, varie letture e opinioni circa la vita e l'epoca di Ludovico sono pieni i libri di storia e gli studi anche più illustri. Quindi una premessa è doverosa: molto di quello che verrà di seguito raccontato non è sempre certo e provato, tante ricostruzioni sono ipotesi di studiosi tuttavia smentite da altri studiosi, insomma, non ci sono cose giuste o sbagliate ma tante possibili verità e tante possibili attribuzioni. Prendiamo pertanto tutto quello che si legge e si studia relativamente a questo periodo non per oro colato ma come spunto per ulteriori approfondimenti e scoperte magari clamorose.
BERNARDINA DE CORRADIS
Iniziamo dal periodo successivo alla stipula degli accordi matrimoniali con gli Estensi. Ludovico, uomo maturo e di bell'aspetto, e dai modi intriganti, certo non poteva aspettare che la futura moglie raggiungesse un'età consona per potersi dedicare all'amore. Soprattutto aveva fretta di avere comunque un erede.
Così, prese come compagna una certa Bernardina de Corradis (o Corradi) nel 1482, e la relazione durò sicuramente anche nell'anno seguente, il 1483, come risulta da una lettera del 20 gennaio 1483 scritta da Zaccaria Saggi (al servizio della corte già dai tempi di Filippo Maria, testimone diretto dell'uccisione di Galeazzo Maria, benvoluto da Ludovico, e a tempi alterni, al servizio dei Gonzaga) e indirizzata a Federico Gonzaga. Il Saggi teneva informati i Gonzaga delle faccende milanesi, con la qualifica di "ambasciatore".
Bernardina sposò, per volontà del duca, il nobile tortonese Antonio Gentili.
Questa figliola fu data in sposa al prediletto Sanseverino, generale sforzesco (e tanto altro ancora) al servizio della corte. Sposando Galeazzo Sanseverino, acquisì il titolo di Signora di Bobbio, Voghera e Castel San Giovanni. E Ludovico potè così espandere i suoi territori.
La giovane primogenita di Ludovico divenne molto amica della moglie Beatrice, che subito la prese in simpatia non appena mise piede a Milano, dopo le nozze pavesi.
La sua precoce morte, che Ludovico sintetizzò così all'archiatra Ambrogio da Rosate “nuy dubitamo che li medici, iudicando questi dolori di stomacho li
habiano dato vino et altre cose calde quali li hano nosuto ala testa” (morte comunque misteriosa, repentina, inspiegabile tanto da far pensare al "solito" avvelenamento abbastanza di moda in quella corte e in quel periodo, a detta di alcuni storici) colpì tutta la corte ducale, visto che era molto amata, ma gettò nel dolore specialmente il padre Ludovico, il marito Sanseverino e persino Beatrice, che la trattava come una sorella minore.
Si è spesso e da più parti ipotizzato che il ritratto (forse eseguito da Leonardo) conosciuto come Ritratto di una Sforza (o Bella principessa), possa rappresentare proprio Bianca Giovanna.
Ma si è anche ipotizzato (tra le tante...) che persino la Gioconda, che sullo sfondo lascerebbe intravvedere il ponte di Bobbio, altro non è che il ritratto di Bianca Giovanna, poi rivisto dopo il 1500 (quindi dopo la sua morte).
CECILIA GALLERANI
Poco dopo la relazione con Bernardina, Ludovico conosce Cecilia Gallerani, che intorno al 1485 fa la sua entrata ufficiale a Corte, come sua amante (lei aveva 14 anni).
Nel 1487 chiese e ottenne l’annullamento del matrimonio già combinato per lei dalla famiglia.
Una lettera di Ludovico permette di datare esattamente l'inizio della relazione amorosa: i due iniziarono a frequentarsi tra la fine del 1484 e gli inizi del 1485. Infatti una lettera di Ludovico datata 9 luglio 1485, e indirizzata «cardinali Vicecomiti», ossia diretta al fratello Ascanio che era a
Roma dopo aver conseguito il cappello cardinalizio, menziona espressamente la presenza di Cecilia, per la quale Ludovico chiede un piacere al fratello cardinale: far avere al di lei fratellino l'abbazia di Casteggio ("chiede che sia dato a suo fratello Galeazzo Gallerani il beneficio dell’abbazia di Casteggio che sta per rendersi libero a causa della malattia dell’attuale abate e che vale circa 600 lire l’anno. Vi esorto a fare il possibile per ottenere il beneficio dal papa quando sarà disponibile, perché è il primo piacere che la fanciulla mi chiede e vorrei accontentarla").
Si tratta probabilmente di una bozza di lettera mai spedita, forse scritta solo per far credere all'amante che il suo signore si stava davvero attivando per far arrivare una raccomandazione nei confronti del di lei fratello, ma in ogni caso attesta che i due fossero amanti da almeno qualche mese (visto il tipo di raccomandazione, di un certo peso).
Di Cecilia Gallerani sarebbe il ritratto di Leonardo "La dama con l'ermellino", dove l'animaletto richiamerebbe proprio il cognome di lei (Ermellino in greco è Galè -bianco-, cioè Gallerani).
Dall'unione tra Ludovico e Cecilia nacque un solo figlio, Cesare Sforza, il 3 maggio 1491 (Ludovico aveva già contratto matrimonio).
Dovrebbe essere questo il bambino rappresentato a sinistra nella Pala Sforzesca, assieme a Ludovico e alla moglie Beatrice, oltre al loro legittimo primogenito.Dopo il parto, Cecilia lasciò la Corte, e andò in sposa (per volere e interessamento di Ludovico) nel 1492 a Ludovico Carminati di Brembilla detto "Bergamini", dal quale ebbe numerosi, figli tra i quali Giovanni Pietro, che sposò poi la figlia Bona di Lucrezia Crivelli (altra amante che vedremo di seguito).
ISABELLA TROTTI
Nel febbraio-marzo 1495, in concomitanza col secondo parto di Beatrice,
Ludovico ebbe un'avventura con Isabella Trotti da Casate, venuta da Ferrara a Milano per fare da dama da compagnia a Isabella, sorella maggiore di Beatrice, anch'ella spesso e volentieri alla corte sforzesca.
Isabella Trotti era la figlia di Giovanni Antonio Trotti, conte, consigliere e segretario del duca di Ferrara.
LUCREZIA CRIVELLI
Nel 1495 inizia probabilmente la relazione tra Ludovico e Lucrezia Crivelli, presente a corte quale dama di compagnia di Beatrice (spesso Ludovico pescava le amanti tra le ragazze con tale ruolo, e Beatrice ne aveva sempre tante attorno a se...).
Siamo in agosto, e in una lettera Girolamo Stanga scrive a Isabella D'Este (sorella di Beatrice), che gli aveva chiesto se sua sorella fosse a conoscenza dei tradimenti e delle amanti di Ludovico, di non preoccuparsi per tale ragione, in quanto il Duca tradiva sì la consorte, ma "cum grande modestia et tanto cautamente del mondo".A Ludovico diede sicuramente due figli: il primo fu Giovanni Paolo (Gianpaolo) legittimato Sforza e poi marchese di Caravaggio, e un secondo nato verso il 1500 (quando Ludovico era già decaduto) e del quale non si ha certezza sul nome e sul destino.
Diede una figlia anche al marito (Giovanni da Monastirolo), chiamata Bona, che per ironia della sorte andò in sposa al figlio di Cecilia Gallerani, Giovanni Pietro Bergamini (avuto da Ludovico Carminati di Brembilla).
Lucrezia Crivelli è identificata per tradizione con il ritratto di Leonardo da Vinci conosciuto come "La belle Ferronniere".
Esiste inoltre un ritratto, conosciuto come "Profilo di Giovane donna", di proprietà della famiglia Crivelli e attribuibile a Leonardo, che potrebbe rappresentare la Lucrezia di Ludovico.
GRAZIOSA MAGGI
Sembrerebbe che Ludovico intrattenesse una relazione, verso il 1498, con Graziosa Maggi, detta "Pia", essendo la moglie di Ludovico Pio, condottiero di ventura (figlio di Marco Pio, Signore di Carpi e Fossoli), al soldo di Ludovico, che il Moro proprio nel 1498 inviò in soccorso dei Pisani contro i Fiorentini.
Graziosa, pure lei dama di compagnia di Beatrice, ottenne dal Moro una generosissima dote (che non si spiegherebbe se non fosse stata la sua amante, e non perchè fosse la figlia di un suo capitano dell'esercito).
IPPOLITA FIORAMONTE
Si ipotizza l'esistenza di un'ulteriore amante, certa Ippolita Fioramonte, «tuto il suo piacere [di Ludovico] era cum una sua fante, che era donzella de la moie"
quindi un'altra giovane dama di Beatrice, la quale vantò, dopo la morte della
duchessa, una protezione difficilmente spiegabile da parte di Ludovico,
il quale peraltro le fece una dote principesca. Andò in sposa al marchese Lodovico Malaspina (signore rurale di Scaldasole, in provincia di Pavia, con il suo bel castello).
ISABELLA D'ESTE
Si è spesso scritto che tra le due sorelle estensi vi fosse della rivalità, o meglio dell'invidia da parte della primogenita Isabella nei confronti della sorella minore Beatrice, che meglio si era accasata, visto il potere e il prestigio di cui godeva Ludovico, rispetto al Gonzaga (e del resto Mantova valeva, in termini di ricchezze, forse dieci volte meno di Milano).Furono due grandi donne, ognuna a modo suo, e si è arrivati a sostenere da alcune parti che Ludovico, forse stanco di Beatrice troppo abituata al livello di agiatezza nella quale viveva alla corte sforzesca, trovasse una ambigua intesa con la maggiore Isabella, più propensa a stupirsi dei regali sfarzosi del duca, e ad essergli riconoscente.
Il Moro infatti, che era di generosa natura, faceva spesso a Isabella regali anche costosissimi: una volta le donò quindici braccia di un tessuto tanto prezioso da costare quaranta ducati al braccio. Con Isabella, insomma, riusciva a mostrarsi potente e magnanimo, mentre con la consorte questa soddisfazione non poteva ormai più averla.Ma furono mai amanti? Ludovico in una occasione pare che si fosse vantato di un qualcosa, ma poi smentì prontamente davanti alle rimostranze dell'indignato suocero D'Este.
Prove non se ne sono mai trovate, qualche sospetto rimane, la verità non la sapremo forse mai.
mauro colombo
maggio 2023
maurocolombomilano@virgilio.it